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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Post 18 - Feltre città murata 4/7

«Questo articolato sistema difensivo» scrive l’architetto Andrea Bona che ha recentemente condotto approfonditi studi sull’argomento «dimostra meglio di ogni altra considerazione come lo sforzo costruttivo […] sia effettivamente teso a trasformare Feltre in una vera e propria piazzaforte». Tuttavia ciò non accadde: tutte le opere di difesa che furono realizzate come abbiamo fin qui descritto si rivelarono semplicemente inutili. Vedremo perché. Il modello ideato da Dionisio fu attentamente vagliato e infine approvato da Venezia, che seguiva la vicenda con la massima attenzione. Il problema fu che i feltrini, nella costruzione, non lo seguirono. Preferirono invece modificare il progetto approntato dall’ingegnere: si attennero solamente alle indicazioni strutturali (scelta della pietra, struttura terrapienata a scarpa) cadendo, nell’impianto complessivo, in errori strategici che Dionisio aveva previsto. Ci focalizzeremo (qui e nei post a venire) su alcuni dettagli della questione in modo

Post 17 - Feltre città murata 3 di 7

Il Senato veneziano approva il progetto di Dionisio da Viterbo, e raccomanda che questo sia seguito pedissequamente. Nel 1489 si dà inizio ai lavori presso Porta Imperiale per procedere poi a ritmo serrato verso est: nel 1494 Porta Pusterla è completata e ci si accinge a proseguire verso Port’Oria, ultimata nel 1502 (foto 1). Sul lato nord non sono occorsi grandi interventi: la città è protetta dalla ripidità dell’altura e dal torrente Uniera —che creava all’epoca, prima della bonifica nel ‘900, un’ampia zona paludosa, terreno inagibile per le artiglierie di grosso calibro—. Lungo il versante meridionale ora sorgono mura dello spessore di 3,40 metri alla base e 2,40 metri alla sommità. Innovativi sono il profilo inclinato (la cosiddetta ‘scarpa’) che rende più solida la struttura e il rivestimento in tufo. Quest’ultimo dettaglio non è indifferente: la scelta di questa pietra, inusuale per la zona, è una sottile accortezza ingegneristica. Le sue caratteristiche fisiche evitano, all’impa

Post 16 - Pian de le Loppe

Roggia Est, Pianoro Sud - area del forno. Prendendo la strada che parte dal ponte Titele (comune di Gosaldo, valle del Mis) sotto la frazione di Pattine, ci si imbatterà in un villaggio fantasma, California, un tempo base per lo sfruttamento minerario della zona, poi meta turistica, ed infine distrutto con l’alluvione del ’66. Poco distante, a cavallo del torrente Campotorondo, si trova una località —Pian de le Lope—, il cui nome è testimonianza ancora più antica dell’attività mineraria che si svolgeva in quelle valli. Costa Fusina - vano della ruota idraulica, necessaria al funzionamento dell'impianto di raffinazione. ‘Lopa’ in vari dialetti significa “scoria”, ed è proprio grazie alla presenza di numerose scorie di fusione del rame (tutto ciò che nel minerale non è metallo, è più leggero, galleggia e poi si solidifica separatamente), che il toponimo non si è perso nella memoria.   Per quasi un decennio il gruppo ARCA (Associazione Archeologica Agordina), in collaborazione alla

Post 15 - Feltre città murata 2/7

  Era il 1487 quando Sigismondo d’Austria, conte del Tirolo, dichiarò guerra a Venezia. Gli scenari bellici principali erano due: la Vallagarina e la contea di Gorizia. Contro ogni aspettativa, però, il conflitto si combatté lungo tutto il confine che correva tra la Repubblica veneta e il Tirolo, soprattutto in val Badia, in Cadore e in Valsugana. Feltre, che faceva parte stabilmente della Serenissima dal 1420, trovandosi vicina al confine tirolese, rischiava pertanto di essere assediata. Per questo Venezia inviò un contingente di soldati guidati dal capitano Guido Maria de’ Rossi a protezione della città, e il rettore feltrino Angelo Emiliani si preparò a un possibile assedio. I tirolesi non giunsero mai ad assediare Feltre a causa di problemi logistici, ma gli eventi misero in luce la vulnerabilità di questa città di confine, che portò Venezia ad intervenire nella modernizzazione delle mura cittadine. In questo scenario emerge la figura di Dionisio da Viterbo. Si trattava di un perso

Post 14 - Feltre città murata 1/7

Quante volte passeggiando sul Liston abbiamo fiancheggiato le antiche mura su cui si erge la cittadella? Questo è il primo di una piccola serie di post in cui racconteremo, a chi già non le conosca, le vicende della costruzione della cinta muraria di Feltre. Si tratta di una pagina di storia che, vedrete, nasconde risvolti inaspettati. Ci soffermeremo di volta in volta su alcuni dettagli particolari: ci auguriamo ne esca alla fine un quadro complessivo a tutto tondo, che certo sarà incompleto, ma speriamo suggestivo. Partiamo dall’inizio, dal tempo della loro costruzione. Sono gli anni Ottanta del ‘400, e Feltre è ben arroccata sul Colle delle Capre, circondata dalle sue mura medievali alte e turrite che la proteggono ormai da secoli. Ma è un’epoca di grande subbuglio in campo militare, e il fulcro della rivoluzione tecnica è rappresentato dal massiccio utilizzo della polvere da sparo. Gli eserciti europei cominciano a dotarsi di consistenti batterie di armi da fuoco maneggevoli e m

Post 13 - Pian de la Gnela – Tomba I

Disegno di F. Tormen Oggi vi portiamo in Alpago, presso la località nota come Pian de la Gnela, poco distante da Pieve d'Alpago. Tra il 2003 e il 2012 si sono svolte delle campagne di scavo di una necropoli, in seguito a segnalazione da parte dell’associazione Amici del Museo dell’Alpago. Sono state riconosciute due aree con 13 tombe a cista litica dell’età del Ferro: vi parleremo della tomba I, la prima ad essere stata individuata. Il rinvenimento è avvenuto dopo il passaggio di qualche tombarolo che, scavando illegalmente, ha compromesso lo stato originario della tomba. Dobbiamo ringraziarlo per aver scassato la cista litica (o più ciste) sconvolgendo il contesto dei vari reperti in situ, per di più danneggiandoli. Si tratta di fibule (tipo Certosa) in gran parte frammentarie e una situla in bronzo con associato il frammento di un oggetto in ferro. Tra questi il reperto di gran lunga più importante è la situla. Quest’ultima è costituita da una lamina di bronzo (Sn dalla Alpi Orie