Disegno di F. Tormen |
Oggi vi portiamo in Alpago, presso la località nota come Pian de la Gnela, poco distante da Pieve d'Alpago. Tra il 2003 e il 2012 si sono svolte delle campagne di scavo di una necropoli, in seguito a segnalazione da parte dell’associazione Amici del Museo dell’Alpago.
Sono state riconosciute due aree con 13 tombe a cista litica dell’età del Ferro: vi parleremo della tomba I, la prima ad essere stata individuata.
Il rinvenimento è avvenuto dopo il passaggio di qualche tombarolo che, scavando illegalmente, ha compromesso lo stato originario della tomba. Dobbiamo ringraziarlo per aver scassato la cista litica (o più ciste) sconvolgendo il contesto dei vari reperti in situ, per di più danneggiandoli. Si tratta di fibule (tipo Certosa) in gran parte frammentarie e una situla in bronzo con associato il frammento di un oggetto in ferro. Tra questi il reperto di gran lunga più importante è la situla.
Quest’ultima è costituita da una lamina di bronzo (Sn dalla Alpi Orientali e Cu dalla Sardegna) con l'anima dell'orlo in piombo (Pb dal Laurion, Grecia). Ma a renderla particolarmente famosa è la decorazione a sbalzo costituita da tre ordini. I primi due raffigurano moltissimi uomini misteriosi con cappello “a basco”. Il terzo, molto complesso, ha una particolarità molto curiosa, che ha contribuito a creare il nomignolo per la situla di “kamasutra bellunese”.
La situla |
Analizziamo da vicino questo terzo motivo decorativo: vi troviamo rappresentate sei scene in sequenza: cinque amplessi sessuali e un parto. Tra i particolari delle raffigurazioni vi invitiamo a notare il bastone, un trono, delle asce. Come interpretare tutto ciò? Pare che vi si narri la successione di una stirpe (questo il senso della serie di concepimenti e della nascita) di una dinastia elitaria, di cui gli oggetti citati sopra simboleggerebbero il potere. Un ultimo elemento tutt’altro che secondario: potrebbe trattarsi della testimonianza di una linea ereditaria di stampo matriarcale.
[MattIki]
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