Il Senato veneziano approva il progetto di Dionisio da Viterbo, e raccomanda che questo sia seguito pedissequamente. Nel 1489 si dà inizio ai lavori presso Porta Imperiale per procedere poi a ritmo serrato verso est: nel 1494 Porta Pusterla è completata e ci si accinge a proseguire verso Port’Oria, ultimata nel 1502 (foto 1).
Sul lato nord non sono occorsi grandi interventi: la città è protetta dalla ripidità dell’altura e dal torrente Uniera —che creava all’epoca, prima della bonifica nel ‘900, un’ampia zona paludosa, terreno inagibile per le artiglierie di grosso calibro—.
Lungo il versante meridionale ora sorgono mura dello spessore di 3,40 metri alla base e 2,40 metri alla sommità. Innovativi sono il profilo inclinato (la cosiddetta ‘scarpa’) che rende più solida la struttura e il rivestimento in tufo. Quest’ultimo dettaglio non è indifferente: la scelta di questa pietra, inusuale per la zona, è una sottile accortezza ingegneristica. Le sue caratteristiche fisiche evitano, all’impatto dei proiettili, di produrre grosse schegge pericolose per i difensori. I bastioni sono stati poi dotati, oltre alle merlature, di due file di feritoie da archibugio (foto 2, 3): le une accessibili dal cammino di ronda, le altre da camere a un livello inferiore, ricavate all’interno del terrapieno.
Foto da www.gallery.ca |
Oggi, dopo secoli, il rivestimento in tufo è andato perduto: ne resta traccia solo alla base delle mura, che è ora interrata perché il piano di calpestio del Liston si è parecchio innalzato. Analogamente i merli sono stati demoliti e le camere da sparo interrate. Ma alla fisionomia odierna delle mura manca un elemento ben più vistoso: originariamente, accanto a Porta Pusterla e al posto delle attuali Scalette nuove, si ergevano due imponenti torrioni. Tra Sette e Ottocento entrambi furono demoliti perché pericolanti, ma vi rimandiamo alla foto 5 per una curiosità che, passeggiando, forse non avete mai notato.
[Nic e Sandro]
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