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Post 16 - Pian de le Loppe

Roggia Est, Pianoro Sud - area del forno.

Prendendo la strada che parte dal ponte Titele (comune di Gosaldo, valle del Mis) sotto la frazione di Pattine, ci si imbatterà in un villaggio fantasma, California, un tempo base per lo sfruttamento minerario della zona, poi meta turistica, ed infine distrutto con l’alluvione del ’66. Poco distante, a cavallo del torrente Campotorondo, si trova una località —Pian de le Lope—, il cui nome è testimonianza ancora più antica dell’attività mineraria che si svolgeva in quelle valli.

Costa Fusina - vano della ruota idraulica, necessaria
al funzionamento dell'impianto di raffinazione.

‘Lopa’ in vari dialetti significa “scoria”, ed è proprio grazie alla presenza di numerose scorie di fusione del rame (tutto ciò che nel minerale non è metallo, è più leggero, galleggia e poi si solidifica separatamente), che il toponimo non si è perso nella memoria.

 Per quasi un decennio il gruppo ARCA (Associazione Archeologica Agordina), in collaborazione alla Soprintendenza e l’Unipd, vi ha condotto delle indagini archeologiche, mettendo in luce un sito archeo-metallurgico di estrazione e raffinazione del rame, in uso tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVII.

Costa Fusina - pianta dell'edificio in muratura

Sette anni di scavo hanno permesso di individuare tre zone principali. Nella Roggia Est sono situate le ‘Roste’, piani per il primo arrostimento dei minerali estratti. A questa fase preliminare seguitava la vera e propria fusione, operata nel forno, situato a pochi metri di distanza. A completare il ciclo di lavorazione, che rendeva commercializzabile il rame, era una seconda fusione di raffinazione. L’impianto adibito si trovava in un edificio in muratura (il quale ospitava anche altre attività complementari) articolato su due piani, situato dall’altra parte del torrente.

Un esemplare adulto di loppa, della sottospecie "prima fusione".
Tipicamente in natura appare ricoperta di minerale fuso.

Alla ricerca storica ed archeologica sono state associate delle analisi fisiche sui materiali (metallo, scorie, minerali, carboni), che hanno permesso di ottenere informazioni più precise sulla vita del sito e sulla provenienza dei minerali.

Intanto un assaggio sull’argomento. Come per tanti altri, torneremo ad approfondirlo più avanti e a raccontarvi qualche storia curiosa.

[Giot]


Le immagini delle scavo e la pianta sono di Arca. Si ringrazia per la concessione il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismi - Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Riproduzione vietata.

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