Costa Fusina - vano della ruota idraulica, necessaria al funzionamento dell'impianto di raffinazione. |
‘Lopa’ in vari dialetti
significa “scoria”, ed è proprio grazie alla presenza di numerose scorie di
fusione del rame (tutto ciò che nel minerale non è metallo, è più leggero,
galleggia e poi si solidifica separatamente), che il toponimo non si è perso
nella memoria.
Per quasi un decennio il gruppo ARCA (Associazione Archeologica Agordina), in collaborazione alla Soprintendenza e l’Unipd, vi ha condotto delle indagini archeologiche, mettendo in luce un sito archeo-metallurgico di estrazione e raffinazione del rame, in uso tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVII.
Sette anni di scavo hanno
permesso di individuare tre zone principali. Nella Roggia Est sono situate le
‘Roste’, piani per il primo arrostimento dei minerali estratti. A questa fase
preliminare seguitava la vera e propria fusione, operata nel forno, situato a
pochi metri di distanza. A completare il ciclo di lavorazione, che rendeva commercializzabile
il rame, era una seconda fusione di raffinazione. L’impianto adibito si trovava
in un edificio in muratura (il quale ospitava anche altre attività
complementari) articolato su due piani, situato dall’altra parte del torrente.
Un esemplare adulto di loppa, della sottospecie "prima fusione". Tipicamente in natura appare ricoperta di minerale fuso. |
Alla ricerca storica ed
archeologica sono state associate delle analisi fisiche sui materiali (metallo,
scorie, minerali, carboni), che hanno permesso di ottenere informazioni più
precise sulla vita del sito e sulla provenienza dei minerali.
Intanto un assaggio sull’argomento. Come per tanti altri, torneremo ad approfondirlo più avanti e a raccontarvi qualche storia curiosa.
[Giot]
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