Quante volte passeggiando sul Liston abbiamo fiancheggiato le antiche mura su cui si erge la cittadella? Questo è il primo di una piccola serie di post in cui racconteremo, a chi già non le conosca, le vicende della costruzione della cinta muraria di Feltre. Si tratta di una pagina di storia che, vedrete, nasconde risvolti inaspettati. Ci soffermeremo di volta in volta su alcuni dettagli particolari: ci auguriamo ne esca alla fine un quadro complessivo a tutto tondo, che certo sarà incompleto, ma speriamo suggestivo.
Partiamo dall’inizio, dal tempo della loro
costruzione. Sono gli anni Ottanta del ‘400, e Feltre è ben arroccata sul Colle
delle Capre, circondata dalle sue mura medievali alte e turrite che la
proteggono ormai da secoli. Ma è un’epoca di grande subbuglio in campo militare,
e il fulcro della rivoluzione tecnica è rappresentato dal massiccio utilizzo
della polvere da sparo.
Gli eserciti europei cominciano a dotarsi di consistenti batterie di
armi da fuoco maneggevoli e molto più potenti rispetto a quelle di qualche
decennio prima. È una lunga fase di generale sperimentazione: si perfezionano –
anche per tentativi – da un lato le artiglierie e dall’altro le fortificazioni,
che a queste devono opporsi. Fioriscono gli studi e i trattati sulla materia.
Gli architetti, gli ingegneri e i luogotenenti della Serenissima si accorgono
che anche a Feltre è importante che le strutture difensive vengano ammodernate
(vedremo perché l’attenzione di Venezia cadesse anzi in particolare su questa
città).
I lavori si protraggono dal 1489 al 1503. La nuova
cinta muraria, la stessa che oggi possiamo osservare, percorre il tracciato
della precedente, ma segue un’opposta concezione architettonica: tutto è
pensato per meglio assorbire e deviare l’impatto dei proiettili di bombarda e
cannone. Alle cortine medievali di spessore contenuto e sviluppate in altezza
(di norma 12-14 m) si sostituiscono mura basse a terrapieno; alle torri esili e
slanciate, possenti torrioni semicircolari.
[Nic e Sandro]
Foto di @psychoticlime e editing di @giofaghe
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