In questo post vi raccontiamo qualcosa di Giulio Doglioni, a dimostrazione di come anche persone nate in aree periferiche, come il Bellunese, viaggiassero e ricoprissero ruoli di prestigio in territori lontani per il mondo di allora. Un mondo a volte più moderno di quanto immaginiamo.
Giulio Doglioni nasce a Belluno negli anni ’10 del ’500. Sebbene la sua origine familiare e la sua prima formazione culturale non siano note, sappiamo che studia medicina all’Università di Padova (cosa non da poco).
Ancora studente, viene menzionato tra gli explicatores libri tertii Avicennae e completa il suo percorso di studi medici con la laurea nel 1547. Da quel momento Doglioni risulta presente all’università in qualità di professore di medicina.
Foto 1 - Ritratto di Giulio Doglioni, 1590/1610, Seminario Gregoriano di Belluno
Da questo momento le notizie sulla sua vita sono più numerose e avvincenti, anche se legate unicamente alla testimonianza del concittadino Pierio Vleriano, che paragona la sua vita a quella di Andrea Alpago (1450-1521). Ne abbiamo parlato nel post 91.
Sempre nel 1547 Giulio si trasferisce ad Aleppo, nell’Impero Ottomano, al seguito del console veneziano. Qui esercita come medico per due anni, facendosi apprezzare per le sue competenze in questo diverso contesto culturale e geografico.
Durante un viaggio verso Tripoli di Siria, dove è segnalato lo scoppio di un’epidemia di peste, Doglioni viene assalito dai predoni, derubato, ferito e abbandonato nel deserto, senza vesti né denaro. Però in questa situazione disperata un incontro fortuito con altri viaggiatori gli salva la vita, permettendogli di essere curato e di tornare ad Aleppo.
Con una lenta convalescenza, continua per altri tre anni la sua attività, raccogliendo una buona reputazione e anche un discreto patrimonio, meditando un ritorno in patria. Ma purtroppo, proprio mentre si prepara a tornare a Belluno, Giulio è colpito dalla peste e muore ad Aleppo nel 1552, all’età di circa 40 anni.
Secondo alcune testimonianze, Giulio Doglioni ha scritto dei trattati di medicina e un’opera sulla calcolosi renale, il Commentariorum de lithosi seu morbo calculi, di cui però non ci rimane traccia.
Un solo manoscritto è segnalato nella Biblioteca Comunale di Belluno: si tratta di un'orazione, recante la data del 1547, dal titolo Oratione di Giulio Doglione, physico nobile bellunese al illustrissimo General Proveditore Tiepolo, per Stefano Tiepolo, eletto in quell’anno Provveditore generale in Terraferma, un’importantissima carica militare.
[Dalpa]
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