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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Post 61 – Il Bellunese e Mauro Codussi, un rapporto complicato

Foto 1: Chiesa di Pieve di Cadore, facciata di Giovanni Miglioranza, 1859 – 1876 Venezia, fine Quattrocento. La città è ancora dominata dall’architettura gotica, che ha prodotto e continua a produrre grandi capolavori. Tuttavia, qualcosa inizia a cambiare: la riscoperta dell’architettura all’antica iniziata a Firenze e poi diffusasi in maniera capillare nel resto della penisola avrebbe mutato per sempre la maniera di pensare l’edificio. È però un’epoca di grande sperimentalismo, non c’è ancora un lessico costruttivo unitario e gli architetti pescano a piene mani dalle strutture classiche per impiegarne gli elementi nei più svariati e innovativi dei modi. Nella città lagunare si distinguono i fratelli Lombardo e in particolar modo il bergamasco Mauro Codussi (1440 – 1504), le cui architetture sacre, come San Michele in Isola e San Zaccaria, impiegavano nella facciata una ricca decorazione e un curioso timpano semicircolare. Ma come si collega tutto ciò al Bellunese? Foto 2: San Michele

Post 60 - La chiesa di Ospitale d'Ampezzo

Abside   LA CHIESA DI OSPITALE D’AMPEZZO Sulla strada verso la Pusteria si attraversa la località di Ospitale d’Ampezzo, composta da secoli da un ospizio e da una chiesa: dedicata ai Santi Nicolò, Biagio ed Antonio, spicca non solo per le opere che contiene, ma anche per la sua vetustà, essendo l’edificio più antico della conca. La sua storia inizia nel 1225, quando gli ampezzani chiesero un pezzo di terra ai vinighesi, all’epoca proprietari di Ospitale, per l’erezione di una chiesa. Già l’anno seguente, il 30 ottobre 1226, essa venne consacrata: in quell’occasione, con incredibile fermezza, i vinighesi proibirono agli inviati del Papa, dell’Imperatore, del Patriarca e del Conte di ingerirsi negli affari regolieri. L’edificio originario era in stile romanico, a pianta rettangolare, e la facciata era già dotata di affreschi, ancora parzialmente leggibili.  L'altare Nel 1415 i vinighesi vendettero Ospitale, Lerosa e Travenanzes alla regola ampezzana di Larieto: fu probabilmente in ta

Post 59 - La questione annonaria

Nelle società preindustriali l’approvvigionamento alimentare è un problema costante e mai risolto definitivamente, nessuna meraviglia. Nel Bellunese, territorio montuoso, freddo, dai terreni poco fertili, la questione si faceva ancor più stringente. Ancor prima che sul piano qualitativo (di varietà e completezza della dieta) il problema si poneva sul pianto quantitativo, ovvero dell’apporto calorico giornaliero di sostentamento: per questo i due prodotti da cui dipendeva la sopravvivenza erano i cereali e, in misura minore, il vino. Leggiamo le parole con cui nel 1609 il Rettore Francesco Zen riassumeva al Senato veneziano la situazione sotto il suo mandato: «[La città di Belluno] ha nondimeno li doi terzi di questo suo distretto (territorio) inutili, et sterili non producendo quel paese biave per il necessario bisogno d’otto mesi dell’anno…». E analoghe affermazioni troviamo in numerose relazioni di altri Rettori bellunesi e feltrini, con poca differenza: alcuni affermano la produzio

Post 58 – Un pugnale eneolitico scomparso

La storia che vi portiamo oggi è poco o quasi per nulla nota al grande pubblico, ma d'altronde questa è proprio la mission del nostro progetto. Ci capita questa volta — e ci ricapiterà in futuro — di toccare fatti “di cronaca” che hanno interessato sia beni archeologici sia artistici della nostra provincia, ovvero sparizioni, vendite nel mercato nero e purtroppo anche distruzioni. Questa volta il nostro intervento non ha intento polemico, in quanto i fatti che vi racconteremo sono avvenuti in un epoca in cui non vigevano ancora le norme odierne a tutela dei Beni Culturali, e il reperto in questione percorse vie assolutamente legali. Vista delle Valle di Lamen dal sentiero dei covoli. I nostri punti di partenza sono due: la Valle di Lamen come coordinata geografica, e l'unica fonte disponibile: un articolo della dott.ssa Luisa Alpago-Novello del 1961. Il luogo è altrimenti notissimo per i ripari sotto roccia (o covoli), ma noi tratteremo del ritrovamento di un pugnale eneolitic

Post 57 - Il sogno californiano in valle del Mis

Foto 1: veduta su California La frazione di California nel comune di Gosaldo nasce a metà del 1800.  Dopo la scoperta di ricchi depositi auriferi e di grandi depositi di minerali cinabiferi la Società Veneta Montanistica dà avvio alla costruzione di una seconda galleria mineraria denominata "O'Conor". Nella zona della Valle del Mis esisteva già dal 1700 la miniera di Vallata, inizialmente sotto il controllo della Repubblica di Venezia e privatamente della famiglia Pisani. Le attività prendono avvio nel 1852, due anni dopo vengono trovate le prime tracce di argento vivo e, dopo ulteriori lavori, il giacimento si dimostra ricco di mercurio. Questo ritrovamento provoca nella popolazione un grande ottimismo perché spera in un aumento delle possibilità lavorative senza così essere costretti ad emigrare, fenomeno che all’epoca colpì duramente la provincia. Insieme alla crescita economica anche la valle del Mis si arricchisce di servizi. Nasce infatti la prima osteria “Alla Cali