L’altopiano del Cansiglio è diviso amministrativamente tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone. Dopo l’8 settembre 1943 le tre provincie hanno destini differenti: quella di Pordenone entra a far parte dell’Operationszone Adriatisches Küstenland, Zona d’Operazione del Litorale Adriatico; quella di Belluno, insieme a Bolzano e Trento, entra a far parte del Alpenvorland, Zona d’operazione delle Prealpi, sotto il controllo della Germania nazista; quella di Treviso diventa invece un territorio controllato dalla Repubblica Sociale Italiana. L’attività partigiana in Cansiglio e nelle zone limitrofe è non solo una lotta di liberazione contro i fascisti, ma anche contro i tedeschi e contro il Reich. La zona del Cansiglio, per la sua conformazione e posizione, è stata uno dei luoghi protagonisti per il movimento partigiano in Veneto. I primi combattenti si radunano in Cansiglio già nella primavera del 1944 e provengono da entrambe le vallate confinanti, quella dell’Alpago (Belluno) e quella del Vittoriese (Treviso). La piana si presenta molto simile a quella odierna con la sola differenza che la strada non è asfaltata e i pendii esterni all’altopiano erano pascoli aperti privi di arbusti.
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Foto 1: Vista da Google Earth |
In Alpago, immediatamente dopo l’8 settembre si formano dei gruppi eterogenei e spontanei composti da giovani che provengono da famiglie locali, per la maggior parte tutte famiglie contadine.
Il paese di Pieve d’Alpago è un luogo fondamentale per il coordinamento dei gruppi di combattenti della zona. Qui soggiornano Emilio Vedova [1], Romano Conversano e Rodolfo Sonego [2]. Nel novembre del 1943 Decimo Granzotto [3] e Francesco Pesce [4] contattano il parroco di Pieve d’Alpago per chiedere la sua collaborazione nella lotta di liberazione e il sacerdote Apollonio Piazza promise il suo appoggio. Nella primavera del 1944, dopo una serie di incontri tenuti allo scopo di unire i vari gruppi della zona, nasce il Battaglione “Fratelli Bandiera” composto principalmente da giovani del luogo con scarsa preparazione politica. Nel frattempo si costituisce in provincia di Belluno il distaccamento -formazione partigiana di circa 30-60 persone- “Boscarin” che nel gennaio prende il nome di “Tino Ferdiani” in onore del primo caduto. A marzo del 1944 il distaccamento passa all’azione con l’arrivo di Amerigo Clocchiatti, detto “Ugo”. Il 23-24 marzo 1944 il distaccamento si stabilisce in Cansiglio, da dove compie le sue azioni offensive, in particolare nel territorio dell’Alpago. Le attività dei partigiani richiamano l’attenzione dei tedeschi che tenteranno di stanarli in Cansiglio, dove il 29 marzo 1944 c’è un primo rastrellamento. Il distaccamento riesce a fuggire, favorito dalla nebbia, nella Valle del Vajont.
Sul versante vittoriese del Cansiglio, il primo gruppo di combattenti proviene da Montaner (Treviso). Attorno al parroco di Montaner, Giuseppe Faè [5], si sono radunati dei giovani che formano un gruppo di combattenti artefice di alcuni sabotaggi. Il 27 marzo 1944 Faè viene catturato dai tedeschi, insieme alla sorella, e portato al Presidio di Pordenone. Uno dei maggiori esponenti del gruppo, Giovanbattista Bitto [6], sottotenente degli alpini tornato a piedi dalla Jugoslavia dopo l’8 settembre, decide di radunare i giovani combattenti e di nascondersi con poche armi in località Col Alt [7] per sfuggire alla cattura dei tedeschi. Il gruppo si reca in Cansiglio poco prima del 29 marzo 1944, giorno in cui c’è stato il rastrellamento contro il distaccamento “Tino Ferdiani” ed è quindi costretto a disperdersi per poi tornare in Cansiglio il 10 aprile. I gruppi di combattenti provenienti dal Bellunese e dal Trevigiano stazionano in Cansiglio contemporaneamente. I rispettivi comandanti si incontrano più volte e i primi giorni di maggio del 1944 il Battaglione autonomo “Vittorio Veneto” di Giovanbattista Bitto detto “Pagnoca” diventa il 4° Battaglione del Distaccamento “Ferdiani”.
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Foto 2: Giovanbattista Bitto “Pagnocca”, il secondo da sinistra
[https://marcadoc.com/it/curiosita/sulle-orme-dei-partigiani-il-sentiero-pagnoca-a-montaner] |
L' Altopiano, per la conformazione geomorfologia del territorio, è perfetto per i nascondigli e gli occultamenti, permette il movimento di piccoli gruppi di soldati senza rischiare di essere intercettati e non è di facile esplorazione da parte di nemici che non conoscono il posto. Una sola strada collega l’altopiano con i due versanti, quello bellunese e quello trevigiano. Il Cansiglio inoltre è immediatamente vicino ai ai paesi d’origine dei combattenti, che possono muoversi facilmente e ricevere sostegni e contatti
Nel giugno 1944 la situazione evolve: nuovi combattenti arrivano dalla Pedemontana e il numero di uomini che si trova sul Cansiglio quadruplica. L’8 giugno 1944 il battaglione “Vittorio Veneto” viene suddiviso in tre compagnie:
La “Bixio” comandata da Nino de Marchi [8] nome di battaglia “Rolando” che controlla la zona del Monte Cavil.
La “Cairoli” comandata da Roberto Anelli Monti [9] nome di battaglia “Milos” che controlla la zona del Pizzoc.
La “Fratelli Bandiera” comandata da Rodolfo Sonego detto “Benvenuto” che controlla il territorio della conca dell’Alpago.
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Foto 3: Roberto Anelli Monti “Milos”
[Fonte: https://phaidra.cab.unipd.it/view/o:6007?mycoll=o:6030] |
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Foto 4: Nino de Marchi “Rolando”
[Fonte: https://www.isrev.it/pubblicazioni-multimedia.php] |
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Foto 5: Rodolfo Sonego “Benvenuto” [Fonte: https://www.premiosonego.it/rodolfo-sonego/] |
A queste tre compagnie si aggiunge la “Compagnia Comando” comandata da Giovanbattista Bitto che abbandona temporaneamente il Cansiglio per recarsi in Alpago e coordinare un gruppo di venti giovani appena saliti in montagna. Questi giovani probabilmente provenivano dall’ex Brigata “Alpina” che si era formata all’interno del Comitato di Liberazione Nazionale di Belluno e «in un documento si parla dell’inglobamento del battaglione “Alpago” della ex brigata “Alpina” nella brigata “Vittorio Veneto”, tale battaglione prendeva il nome di “Fratelli Bandiera”» [10].
Il 13 luglio del 1944 la formazione “Vittorio Veneto" viene promossa a Brigata e assume il controllo dell’intero Altopiano e poco più di un mese dopo, il 23 agosto 1944, viene promossa al Gruppo Brigate.
Il 25 luglio 1944 il Comando di Divisione “Nino Nannetti", da cui dipendeva la “Vittorio Veneto” si trasferisce in Cansiglio.
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Foto 6: Parte del monumento ai caduti in Cansiglio
Una delle lapidi ricorda:
«In questo bosco si strinsero la mano i volontari della libertà di tre Province, oggi gelose custodi di tre medaglie d’oro al valor partigiano. Qui ebbero sede il Comando della Divisione Nannetti ed il Comando della Zona Piave espressi da un popolo in lotta. Qui tremila italiani, esaurite le munizioni, infransero l’accerchiamento nazista e qui ritornarono ancora più forti. Da questo bosco i 406 caduti della Nannetti indicano le vie luminose del progresso, della libertà, della pace e riconsacrano Vittorio Veneto a simbolo dell’indipendenza della patria – Bosco del Cansiglio, settembre 1943-aprile 1945.»
[Faghe]
NOTE
[1] Emilio Vedova (9 agosto 1919 – 25 ottobre 2006) è stato un pittore e partigiano italiano. Dopo l’8 settembre combatte la guerra di liberazione a Roma. Successivamente combatte nella resistenza bellunese con il nome di battaglia “Barabba”. Dopo la liberazione ritorna a fare il pittore.
[2] Rodolfo Sonego (27 febbraio 1921 – 15 ottobre 2000) è stato uno sceneggiatore e partigiano italiano. Combatte la guerra di liberazione come comandante della brigata “Fratelli Bandiera” con il nome di battaglia “Benvenuto”. Dopo la guerra comincia a scrivere sceneggiature. Viene ricordato in particolare per quelle con protagonista Alberto Sordi.
[3] Decimo Granzotto (16 marzo 1899 - 12 ottobre 1992) è stato un socialista e partigiano italiano con il nome di battaglia “Rudy”. Durante la liberazione svolse il ruolo di commissario politico del Comando Militare Zona Piave e fu il primo sindaco di Belluno subito dopo la Resistenza.
[4] Francesco Pesce (1917 – 25 settembre 1989) è stato un ufficiale dell’Esercito e partigiano decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare e con la Bronze Star. Combatte nella resistenza con il nome di battaglia “Milo”, fa parte del CLN provinciale. Diventa capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi “Nino Nanetti” e poi ne diventa il comandante.
[5] Giuseppe Faè (4 marzo 1885 – 13 dicembre 1966) è stato un sacerdote che durante la Prima guerra mondiale ha ricoperto il ruolo di cappellano militare. Per il suo noto sentimento antifascista viene trasferito nella parrocchia isolata di Montaner nel 1927. Qui dopo l’8 settembre 1943 mette in atto una serie di azioni volte ad aiutare gli ex prigionieri di guerra, i soldati italiani sbandati e soprattutto le attività partigiane. Collaborò in particolare con Giovanbattista Bitto. Catturato dai repubblichini fu condannato a morte. Grazie all’intervento di Gioacchino Muccin, arciprete di Pordenone, riuscì a eludere la condanna e venne rinchiuso nel seminario di Vittorio Veneto. Da qui deriva il suo nome di battaglia Don Galera.
[6] Giovanbattista Bitto (1919 – 25 dicembre 2003) nome di battaglia “Pagnoca”. Partecipa alla Seconda guerra mondiale come sottotenente degli Alpini dell’artiglieria da montagna. Ritornato a Montaner costituisce e comanda un battaglione che diventerà poi Gruppo Brigata “Vittorio Veneto”. Combatté per la maggior parte in Cansiglio. Alla fine della guerra ricopriva il ruolo di vicecomandante della Divisione Garibaldi “Nino Nanetti”. Fu successivamente nominato questore di Treviso.
[7] Col Alt è una località che trova nella zona sud-est dell’altopiano del Cansiglio.
[8] Nino de Marchi (1920 – 8 maggio 2017). È stato un sottotenente d’artiglieria alpina nel V Reggimento di Belluno. Ha combattuto nella guerra di liberazione nella zona del Cansiglio. È stato comandante della brigata “Bixio” e della “Fratelli Bandiera”. È stato decorato con il Diploma Alexander, Croce al Merito e Diploma d’Onore Speciale del Presidente della Repubblica.
[9] Roberto Anelli-Monti (10 febbraio 1922 – 4 maggio 2001) è stato un partigiano italiano. Nome di battaglia “Milos”. Combatte la guerra di liberazione sulle montagne bellunesi. Nel 1944 è stato comandate della Brigata “Cairoli” e poi vicecomandante della Brigata “Ciro Menotti”. Nel 1945 è capo di stato maggiore della Divisione d’assalto garibaldina “Nino Nanetti”. Ottiene, dopo la fine della guerra, la medaglia d’argento al Valor militare e la Bronze Star Medal.
[10] Serena Dal Borgo, La lotta partigiana in Alpago e in Cansiglio, Belluno, 1995, p.76.
BIBLIOGRAFIA
BRESCACIN, Pier Paolo, Assalto al Cansiglio. Il grande rastrellamento tedesco di fine estate 1944 sull’Altopiano (8-10 settembre), Vittorio Veneto,, 2017.
DAL BORGO, Serena, La lotta partigiana in Alpago e in Cansiglio, Belluno,1995.
VENDRAMINI, Ferruccio, Il Cansiglio nella guerra partigiana, in Tambre. Un comune della montagna bellunese tra Sette e Novecento, a cura di Agostino Amantia, Belluno, 2006, pp.373-403.
SITOGRAFIA
Sito dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - www.anpi.it
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