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Post 217 - L'eccidio di Ponte di San Felice

 


Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1944, vennero uccisi dieci partigiani sul Ponte di San Felice, che collega Sedico a Trichiana. Un undicesimo venne portato sul ponte la mattina del 16 luglio, e giustiziato sul posto dai nazisti. 


Le dieci vittime facevano parte del battaglione Trentin. Proprio la mattina del 15 luglio, questo battaglione era stato riorganizzato come parte della brigata Tollot. Uno dei comandanti della brigata era Aldo Praloran, nome di battaglia “Nike”.

Da tempo Nike stava organizzando una missione contro il poligono di tiro di Belluno, con l’obiettivo di impossessarsi di armi e munizioni che i nazisti conservano nei magazzini. Già da alcuni giorni un partigiano era stato mandato a sorvegliare la zona, raccogliendo informazioni cruciali sul numero di guardie, la frequenza dei cambi, i punti di accesso.


Aldo Praloran

Per riuscire nell’azione, i partigiani avrebbero dovuto prima di tutto superare la Piave. 

In una situazione di guerriglia, i ponti sono estremamente pericolosi: rappresentano dei punti di passaggio obbligato, senza ripari, facili da difendere per chi vuole difenderli e molto difficili da attraversare per chi li vuole attraversare. Sono delle trappole perfette, e i partigiani lo sapevano molto bene. Di solito, se lala Piave lo permetteva, si preferiva guadare il fiume, piuttosto che rischiare di ritrovarsi in trappola.

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio però viene deciso di attraversare il ponte, con una squadra di 15 uomini. Il grosso della spedizione era preceduto da due coppie di partigiani in ricognizione. La luna era calante, non si vedeva più lontano di qualche decina di metri.


Ermenegildo Bogo

La squadra aveva da poco superato la metà del ponte quando venne attaccata. I nazisti si erano installati sull’altura che domina il ponte sulla destra Piave, e da lì sparavano sui combattenti della Resistenza.

Alcuni partigiani morirono sul colpo con il primo attacco, mentre gli altri tentarono di ritirarsi. Si ritrovano però alle spalle altri nazisti che chiudevano l’altra estremità del ponte. Due partigiani che avevano preceduto il gruppo in avanscoperta  riescono a salvarsi gettandosi nelle scarpate. 

I partigiani si difesero per ore, usando i parapetti come rifugio dalle mitragliatrici naziste. Fu una battaglia disperata. All’alba, erano rimasti in piedi solo tre combattenti della Resistenza. Si salvarono buttandosi nella Piave. Un partigiano si ruppe entrambe le caviglie, l’altro il femore, l’ultimo, colpito da 4 proiettili, nel gettarsi fu più fortunato e cadde nell’acqua profonda, uscendone illeso. Si trascinarono nella boscaglia, nascondendosi dai tedeschi. Vennero soccorsi prima dalla popolazione e poi dal medico della brigata Tollot.

La mattina del 15 luglio i nazisti andarono a prendere il partigiano Vittorino Fenti “Cagnara” dal carcere e lo fecero portare sul ponte dello scontro. Fenti era stato già più volte torturato nel corso della sua prigionia. I nazisti gli ordinano di tradire, di rivelare il nome dei suoi compagni. L’alternativa era la morte su quel ponte. Fenti si rifiutò di parlare. Venne ucciso e il corpo venne gettato in acqua. 




Cominciarono delle indagini nella Brigata Tollot, e si scoprì che una spia era attiva nel contingente partigiano. Erano già arrivate voci, anche alcune prove, ma non si era proceduto fino a quel momento. La spia confessò e venne giustiziata. Si scoprì che si faceva riconoscere dai nazisti grazie a una lunga penna bianca.

Quella notte morirono il comandante Aldo Praloran “Nike”, 24 anni, Alfonso Bogo “Kaiser”, 19 anni, Ermenegildo Bogo “Brusa”, stava per compiere 31 anni, Emilio Bortot “Stanlio”, 39 anni, Sebastiano Reolon “Baracca”, 21 anni, Vittorio Tormen “Gim”, 27 anni, Graziano Dal Farra “Susto”, 29 anni, Samuele De Salvador “Gigi”, 25 anni, Giovanni Dal Farra “Febo”, 19 anni, Enrico Dal Farra “Crik”, 23 anni. Insieme a loro viene giustiziato Vittorino Fenti “Cagnara”, 34 anni. 


Post a cura di [ARB]


NOTE


Si ringrazia l’ISBREC per le foto di Aldo Praloran e di Ermenegildo Bogo

BIBLIOGRAFIA

  • Luigi Boschis, Le popolazioni del bellunese nella guerra di liberazione 1943-1945, Feltre, 1986.
  • Elena Carano, Oltre la soglia. Uccisioni di civili nel Veneto 1943-1945, Padova, 2007. 
  • Roberto Cessi, La Resistenza nel bellunese, Roma, 1960.
  • Marco Pirina, 1943-1945. Guerra civile sulle montagne, II. Pordenone, Belluno, Treviso, Vicenza, Trento, Bolzano,, Pordenone, 2002.
  • Aldo Sirena, La memoria delle pietre. Lapidi e monumenti ai partigiani in provincia di Belluno, Belluno, 1996.
  • Giuseppe Sorge (a cura di), Relazioni dei parroci delle Diocesi di Belluno e di Feltre sulla occupazione nazista dal 1943 al 1945, Belluno, 2004.


SITOGRAFIA


Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste, Ponte S. Felice, 15-16.7.1944, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4068

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