Passate le feste, l’albero di Natale va disfatto (se ve lo siete persi, il nostro ultimo “Bada a come parli” era dedicato proprio all’abete che si usa per Natale). E di certo non si butta mica via: lo si sega in pratici e regolari segmenti destinati alla stufa, dopo regolare stagionatura, beninteso. Ecco perché ci pareva opportuno trattare oggi la parola ‘segatura’, dato che peraltro è stagione di legna.Per tutte le varianti della provincia, tranne un’eccezione che vedremo alla fine, la radice è il verbo latino secare (segare), al participio passato: secatum.
A questo si è aggiunto il suffisso -icium, che è lo stesso per esempio delle parole italiane ‘molliccio’ o ‘alticcio’.Come punto di partenza abbiamo quindi un ipotetico *secaticiu(m). Cominciamo con i ladini agordini, per mostrare alcuni fenomeni fonetici che comunque riguardano anche le altre varianti.Una prima evoluzione, comune anche alle altre varianti, è la sonorizzazione di -C- e -T-, che trovandosi tra vocali si evolvono in -G- e -D-. Lo possiamo ben vedere nell’Agordino siegadiz, diffuso fino a Falcade, che coinvolge però altri due fenomeni:
- Il dittongamento di -E- in -IE-
- La caduta della vocale finale, e la palatalizzazione della -C- dura di -icium nella -C- morbida (dell’italiano “ciao”), che si è poi dentalizzata in -Z- e infine nel suono θ (dell’inglese “think”).*
In Alto Agordino invece la -G- si è palatizzata diventando una -i- e si è fusa con la vocale precedentei:
- Siadiz, a Roccapietore e a Colle Santa Lucia
- Siadic, a Laste e a Livinallongo.
Con diversi gradi di evoluzione della -C- dell’originario -iciumPassando invece a Zoldo troviamo invece segadiz,* diffuso fino a Pieve di Cadore.
Abbiamo poi alcune varianti che reintroducono successivamente la vocale finale:
- Segadizo a Lozzo e in Ampezzo (con diversa evoluzione del fonema -Z-, cfr. la cartina nelle slide precedenti)
- Segadize a Borca, con vocale finale d’appoggio in -E
Le varianti comeliane invece conoscono la palatizzazione della -G- di quelle alto-agordine, e in più hanno una particolarità, esistono solo al plurale:
- Siadizi a Padola
- Siadize, sempre plurale, a Campolongo
Nel Bellunese e nel Feltrino la variante propria è invece segadiz, con θ, anche se va segnalato che in alcune zone marginali e in contesti molto conservativi si registra ancora residuale la variante siegadiz, con il dittongo che era sistematico in questi idiomi in fase arcaica, e che ora si è conservato solo in alcune parole, per influsso italianizzante.
Rimangono Lamon e Sovramonte, che fanno eccezione: qui si registra la variante segaura, che a differenza di tutte le altre varianti della provincia origina, come l’italiano, dal latino secatura(m), con sonorizzazione di -T- in -D- e poi caduta della -D-.
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