Passa ai contenuti principali

Post 189 - Belluno Caput Mundi

 


Con il disastroso armistizio dell’8 settembre 1943, si apre per tutta la penisola un periodo di assestamento molto caotico.  La questione di come restaurare lo stato fascista e come organizzarlo prevedeva tra le altre cose di assegnare al governo di Mussolini una sede politica e amministrativa.

Il 23 settembre si tiene la prima riunione del Consiglio dei ministri, in cui la questione emerge come urgente: andava risolta entro la fine del mese, individuando una collocazione idonea nel Nord Italia che soddisfasse anche l’autorità tedesca. Il governo italiano non ha più infatti una vera autonomia, essendo la neonata Repubblica Sociale poco più di uno stato fantoccio. Da Berlino a sovrintendere questa operazione, che prende il nome di Gisela, vengono nominati i generali tedeschi Erwin Rommel e Karl Wolff.


Il governo italiano tentò di proporre Milano, come scelta più naturale e per esso dignitosa, ma l’ipotesi di eleggere a capitale Milano – città dove peraltro era nato il Fascismo – viene bocciata, perchè i tedeschi non vogliono concedere agli alleati italiani un centro amministrativo in una posizione così funzionale. Inoltre la città è tutt'altro che un ambiente propenso ad accogliere il nuovo governo fascista, a causa dei malumori della popolazione, delle dissidenze politiche e della forte avversione per l’autorità tedesca (mai sopita forse dalle Cinque giornate di un secolo prima).




La sede va cercata altrove, piuttosto verso il Veneto, dove Rommel e Wolff hanno insediato peraltro i loro quartier generali. Da questo punto le autorità italiane non vengono quasi più interpellate, al punto che delle decisioni di cui discute il comando tedesco pervengono agli italiani solo voci di corridoio e indiscrezioni.

Noi come tali possiamo raccoglierle dalle fonti: Pietro Calamandrei dice di aver sentito discutere di Cortina d’Ampezzo, Padova o Verona; anche Giuseppe Bottai cita Cortina e Verona, aggiungendo anche Como. [1]


Finchè non esce la prima vera candidatura: Belluno. [2] Si troverebbe in un’ottima posizione, in prossimità del quartier generale di Rommel, in una posizione sicura, ben difendibile e sotto il diretto controllo tedesco, essendo la provincia parte della zona d’operazione dell’Alpenvorland (lo ricordiamo, direttamente annessa alla Germania nazista).


Rudolf Rahn

Il 30 settembre l’ambasciatore Rudolf Rahn scrive di essersi recato a Belluno per i preparativi necessari, e che «il trasferimento del governo italiano nella sua nuova sede – a quanto è dato prevedere Belluno – avverrà all’incirca entro una settimana». [3]


Emergono a questo punto però le divisioni di vedute all’interno del comando tedesco e le diverse linee di pensiero: l’ipotesi di Belluno viene fermamente osteggiata e sappiamo che il 7 ottobre 1943 è già saltata. Il comandante militare tedesco della zona si era opposto e l’alto commissario Hofer si era dichiarato fortemente contrario alla presenza di istituzioni italiane nell’Alpenvorland.


Bocciata Belluno come nuova capitale la ricerca dei funzionari tedeschi individua quindi, come è noto, Salò come nuova capitale, anche se una buona parte del nucleo amministrativo della neo Repubblica fascista continuerà a trovarsi in Veneto.






NOTE

[1] In M. BORGHI, L’amministrazione centrale dello Stato durante la Repubblica sociale italiana, «E-Review», n. 6, 2018.

[2] F. W. DEAKIN, Storia della Repubblica di Salò, 2 voll., Torino, 1970, p. 764.

[3] In M. BORGHI, L’amministrazione centrale…, cit. 



BIBLIOGRAFIA

M. BORGHI, L’amministrazione centrale dello Stato durante la Repubblica sociale italiana, «E-Review», n. 6, 2018; DOI: 10.12977/ereview275 

F. W. DEAKIN, Storia della Repubblica di Salò, 2 voll., Torino, 1970.


Commenti

Post popolari in questo blog

Post 203 - Il Carnevale di Comelico Superiore

  Negli anni recenti il Carnevale in Comelico per molti è diventato una cosa quasi sacra: la preparazione, la vestizione, i riti della giornata sono ritenuti necessari e codificati. Guai se il Matazin si siede durante la festa in piazza, non esiste che a Dosoledo la calotta venga assemblata con le punte come a Casamazzagno e Candide, e ancora tante piccole cose che rendono la giornata complicata e magica. Durante la mia ricerca nel mondo dei carnevali europei ho scoperto che in realtà forse sarebbe meglio parlare di una nuova ritualizzazione dei carnevali. Foto 1:  L’arrivo della sfilata nel carnevale di Santa Plonia a Dosoledo Ma prima partiamo dalla definizione del termine. Oggi il Carnevale si caratterizza per raccogliere una serie di usanze e di pratiche comprese nel periodo tra Epiania e Quaresima.  Ma già si riscontrano dei problemi con l’inizio di detto periodo, dal 7 gennaio è Carnevale? O comincia dopo il 17, giorno di Sant’Antonio Abate? Inoltre qualcuno ha mai ...

Post 192 - Rocca d’Arsié, Storia di una valle stravolta

  Il lago del Corlo è oggi una meta estiva privilegiata della bassa provincia, che attira visitatori del luogo e da fuori per via delle sue bellezze naturalistiche. L’invaso è l’habitat di molte specie ittiche, tra cui alcune protette, e il luogo è ideale per la nidificazione di svariati uccelli acquatici. Questo ambiente tuttavia è stato creato distruggendone uno più antico e altrettanto ricco. Non tutti sanno infatti che l’invaso della diga ha sommerso quella che un tempo era una florida vallata, modificando per sempre le dinamiche sociali che attorno a essa gravitavano. Ma andiamo con ordine: prima di tutto qualche pillola di storia. Come ben si può comprendere dal nome, l’abitato di Rocca sorge come fortilizio in epoca altomedievale, essendo questo situato sull’erto sperone del “Col de la Roca”, che tuttora svetta sopra al paese. Il motivo è ben intuibile: difendere la stretta forra scavata dal torrente Cismon, il quale si getta nella Brenta dopo aver percorso il Primiero e att...

Post 24 – Il primo cimitero di Cavarzano

  Chi avrebbe mai detto che nei pressi di Cavarzano c’è una grossa necropoli dell’Età del Ferro? Anche all’epoca della scoperta fu molta la sorpresa quando in un vigneto emersero dal suolo delle lastre di pietra che si rivelarono appartenere a tombe antichissime.