L’anno è il 1863, il Regno d’Italia è stato costituito da appena due anni e Feltre non ne fa ancora parte. La città, come tutta la regione, si trova nel Regno del Lombardo Veneto, parte dell’Impero d’Austria.[1] La Congregazione Municipale di Feltre commissiona ad uno dei cittadini più illustri provenienti dalla nostra provincia la realizzazione di una fontana pubblica, a decoro della città.
Antonio Zambaldi, Prospetto della Piazza del Castello di Feltre, 1795, Museo Civico di Feltre
Il cittadino in questione è lo scultore Valentino Panciera Besarel. Attivo prima a Belluno e poi a Venezia, ebbe fama internazionale; nacque ad Astragàl di Zoldo, discendente di una famiglia di intagliatori (di cui il suo omonimo bisnonno fu il capostipite). Modello per la famiglia e per Valentino stesso fu, neanche a dirlo, Andrea Brustolon.
Valentino lavorò con vari materiali, ma è principalmente conosciuto per i suoi lavori in legno. Tra questi, l’incarico di maggior prestigio fu sicuramente quello delle 14 poltrone realizzate nel 1888 per i cosiddetti Appartamenti Imperiali nel Palazzo del Quirinale, all’epoca residenza ufficiale del re d’Italia.
Ritratto fotografico di Valentino Panciera Besarel in vecchiaia, Fondazione Giovanni Angelini (via sito Cultura Veneto)
Sicuramente meno noto, invece, è un gruppo di elementi in legno di cirmolo da lui realizzati e conservati presso il Museo Civico di Feltre. Si tratta in realtà delle componenti di un modello di fontana che Besarel stava realizzando per la Congregazione Municipale tra il 1863 e il 1864, come accennavamo all’inizio. Nel processo di progettazione, che prevedeva disegno e bozzetti in creta, il modello in cirmolo a grandezza naturale era l’ultimo passaggio. Il prodotto finito sarebbe poi dovuto essere realizzato in ghisa, e per questo erano già state contattate alcune fonderie. [2] Nonostante ciò, la fontana non venne mai realizzata e i bozzetti in cirmolo, conservati dapprima presso l’atelier di Besarel e poi confluiti nei magazzini del Comune, rimasero tali.
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Putto con cigno, una delle componenti in legno di cirmolo, prima del restauro |
Per anni ne è stata esposta una piccola parte, ma, grazie a recenti interventi culminati con l’esposizione del modello ricomposto in occasione della mostra “Feltre, storia di Acque e di Fontane”, è ora possibile ammirare come la fontana sarebbe dovuta apparire nella sua interezza. Intanto, da fonti e disegni dell’epoca, sappiamo che sarebbe dovuta essere collocata nella Piazzetta delle Biade, accanto al municipio. Sappiamo poi che Besarel, dopo un iniziale progetto approvato dalla commissione comunale, ne aveva inviati anche degli altri. Una fontana di questo tipo prevede delle componenti architettoniche che le permettono di essere un elemento a sé stante nell’architettura cittadina. Nel nostro caso, si parla della vasca ottagonale e dell’elemento centrale, un basamento che riporta, oltre alla firma dello scultore, anche la dicitura “Il Municipio 1864”.
Infine, notiamo come il motivo decorativo fosse fortemente ispirato alla mitologia e al linguaggio classico ed ellenistico della rappresentazione dell’acqua, con allegorie di divinità oceaniche, fluviali e Anfitriti (dalla sposa di Nettuno che in questo caso è rappresentata come una creatura marina metà umana e metà pesce.)
La commissione risaliva all’amministrazione austriaca, nel 1863, ma la vicenda dei pezzi della fontana terminò solo nel 1877, quando ormai Feltre era ufficialmente parte del Regno d’Italia da 10 anni.
Pannello raffigurante una divinità Fluviale
La mostra è a cura di Donatella Bartolini, Tiziana Casagrande e Gloria Manera, mentre il restauro è stato condotto da Milena Dèan. A proposito del restauro, vi segnaliamo una curiosità: l'Anfitrire mancante è stata realizzata con stampante 3D e dipinta fino a riprodurre esattamente la colorazione delle altre componenti.
Oltre al modello di fontana, sono in esposizione per l’occasione molti altri oggetti legati alla gestione, all’approvvigionamento e più in generale al rapporto della città con le sue acque.
Mentre la mostra sarà visitabile fino al 3 novembre 2024, la fontana diventerà parte permanente dell'allestimento museale.
Progetto su disegno di Gloria Manera
A cura di [Giot]
NOTE
[1] Sarebbe diventato Austro-Ungarico solo nel 1867.
[2] Si trattava della ditta Benech e Rocchetti di Padova e la Fonderia Veneta di San Rocco di Venezia.
BIBLIOGRAFIA
Angelini G. – Cason Angelini E., Gli scultori Panciera Besarel di Zoldo, Belluno, 2022;
Bartolini D., Casagrande T., Feltre. Storie di Acque e di Fontane, brochure dell'omonima mostra presso il Museo Civico Archeologico di Feltre;
Conte P., 𝑉𝑎𝑙𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜 𝑃𝑎𝑛𝑐𝑖𝑒𝑟𝑎 𝐵𝑒𝑠𝑎𝑟𝑒𝑙 (1829-1902): 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑒𝑡𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝐹𝑒𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑒, in Archivio Storico di Belluno, Feltre e Cadore, 340-341, maggio-dicembre 2009, pp. 149-156;
Lanza F. alle pagine 208-209 del volume 𝑉𝑎𝑙𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜 𝑃𝑎𝑛𝑐𝑖𝑒𝑟𝑎 𝐵𝑒𝑠𝑎𝑟𝑒𝑙 (1829-1902) 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑒 𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑜𝑡𝑡𝑒𝑔𝑎 𝑑’𝑖𝑛𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑖𝑛 𝑉𝑒𝑛𝑒𝑡𝑜, catalogo della mostra di Belluno e Forno di Zoldo, 21 dicembre 2002-30 marzo 2003, a cura di Massimo De Grassi, Belluno 2002.
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