«Non è stato quasi alcun signore di gran nome, né principe, né gran donna, che non sia stata ritratta dal Tiziano»
Questa frase di Vasari, presente nella seconda edizione delle Vite (1568), è solo una delle tante testimonianze del prestigio di cui godette Tiziano Vecellio in vita e che perdura ancora oggi. Figlio di Gregorio Vecellio, Tiziano fu il più famoso ma non l’unico pittore della famiglia: furono ben otto oltre a lui i Vecellio che scelsero questa professione, tutti tra il XVI e il XVII secolo e tutti appartenenti al ramo di Conte Vecellio.(1)
La provincia di Belluno, ancora oggi, conserva nelle sue chiese diverse opere realizzate dai pittori Vecellio, in particolare dipinti di Francesco, Marco e Cesare, ma solo uno realizzato da Tiziano: la Madonna col Bambino tra i santi Tiziano e Andrea conservata a Pieve di Cadore, nella chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente.
Foto 1: Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente, Pieve di Cadore
Tiziano realizza l'opera tra il 1559 e il 1568, (2) e la regala alla chiesa Arcidiaconale di Pieve per far sì che fosse posta nella cappella di famiglia, in cui desiderava essere sepolto (oggi riposa, invece, nella Basilica dei Frari a Venezia). Si tratta di un manufatto che non solo testimonia il legame dell'autore con la sua terra natia, ma che ha anche una forte valenza privata: oltre all'autoritratto del pittore, a sinistra in secondo piano, raffigurato mentre regge il pastorale dell'omonimo santo in primo piano, si riconosce nel volto di sant'Andrea quello del fratello Francesco, deceduto nel 1560.
Foto 2: Autoritratto di Tiziano Foto 3: Ritratto del fratello maggiore Francesco
Dal XVI secolo, il dipinto ha lasciato la chiesa Arcivescovile di Pieve di Cadore solo in occasione di grandi eventi dedicati all’autore, nel 1935 a Venezia, nel 1951 a Belluno, nel 1990 ancora a Venezia e successivamente negli Stati Uniti, e in occasione di due tentativi di furto, il primo nel Settecento (precedente al 1729) e il secondo negli anni 70 del Novecento. Ma, tra maggio e settembre 2023, l'opera è stata nuovamente prelevata dalla sua sede per essere sottoposta ad un importante intervento di restauro promosso dal Centro Studi Tizianeschi in occasione del ventennale della fondazione.
Foto 4: Madonna col Bambino tra i santi Tiziano e Andrea, prima del restauro.
Il dipinto è stato scelto in virtù della sua importanza sia per il pittore stesso sia per la paternità parziale dell’opera che gli veniva attribuita, e quindi delle condizioni conservative in cui versava. Gli accumuli di sporco e fumo di combustione delle candele sulla superficie, le vernici ossidate e le ridipinture alterate e annerite (soprattutto nel tendaggio sullo sfondo dove gli strati erano ben sette) compromettevano gravemente la lettura dell’opera. La pellicola pittorica si presentava abrasa da vecchi interventi di restauro, in cui la pulitura è stata realizzata con metodi aggressivi quali la soda, mentre la tela presentava i segni dei tagli eseguiti durante il tentativo di furto settecentesco.
La pulitura della superficie ha permesso di riportare alla luce i colori originali vivi e sgargianti, i dettagli del piviale di San Tiziano e il gesto delle pennellate del pittore, consentendo un nuovo studio dell’opera.
Foto 5: Madonna col Bambino tra i santi Tiziano e Andrea, dopo il restauro
Si è trattato di un evento importante, perché l'opera, oltre ad essere restaurata, è stata studiata per la prima volta in modo approfondito, sia dal punto di vista tecnico sia storico, grazie ad una collaborazione interdisciplinare tra diversi professionisti, avvalendosi di indagini diagnostiche e studi d'archivio. L'opera è stata analizzata con tecniche di imaging che sfruttano le diverse lunghezze d'onda della luce per indagare gli strati pittorici in superficie (luce visibile, raggi ultravioletti) e in profondità (raggi infrarossi, raggi x).
Con questi ultimi, ad esempio, si è potuta verificare la presenza di un disegno preparatorio a carboncino sotto gli strati pittorici e di alcuni pentimenti che coinvolgono il drappo verde sullo sfondo, l'autoritratto del pittore, che inizialmente era posto di tre quarti verso l'osservatore, e la figura di sant'Andrea.
La tecnica e i materiali utilizzati dal maestro sono stati indagati anche grazie ad analisi chimiche e stratigrafiche, effettuate in seguito al prelievo di tre campioni della superficie. I risultati ottenuti da queste indagini sono stati confrontati con quelli emersi a seguito del recente restauro di altre opere certamente del Tiziano, quali l’Annunciazione Malchiostro di Treviso e l’Assunta dei Frari, confermando così che la tela di Pieve è stata realizzata interamente dal pittore, senza aiuti di bottega come supposto in precedenza.
[Anita]
Note
(1) Francesco (1475-1560), Orazio (1525-1576), Marco (1545-1611), Tizianello (1570-1650), Tommaso (1587-1629), Cesare (1521-1601), Fabrizio (morto nel 1576) e Ettore(1591-1652).
(2) La tela viene citata da Vasari nella seconda edizione delle Vite, pubblicata nel 1568: «Ha fatto Tiziano in Cador, sua patria, una tavola, dentro la quale è una nostra Donna e S. Tiziano vescovo, e egli stesso ritratto ginocchioni»
Sitografia
https://www.finestresullarte.info/arte-antica/pieve-di-cadore-termina-restauro-pala-di-tiziano
https://www.tizianovecellio.it/
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