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Post 163 - Alle origini dell’occhialeria cadorina

 



Situato tra le valli montane delle Dolomiti bellunesi, il Cadore ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo e nella crescita dell'industria degli occhiali.

Gli occhiali, e in particolare le lenti oftalmiche, nascono probabilmente a Venezia attorno al 1300,  come attestano i Capitolari Veneziani, e più precisamente lo statuto dell’arte dei cristallieri, grazie all’intuito di un semplice artigiano vetraio. Quest’oggetto, che oggi tutti conosciamo e indossiamo, è frutto di una storia travagliata: per secoli infatti, in un ambiente culturale come quello del tardo medioevo e della prima età moderna, non fu univocamente considerato per la splendida invenzione che è, ma venne localmente mal visto e, e addirittura il suo uso associato a figure demoniache ed anticristiane


Safilo Calalzo di Cadore prima sede

Pian piano, grazie agli sviluppi dell’ottica scientifica nel tardo medioevo, l’uso degli occhiali cominciò gradualmente a diffondersi tra le élites economiche e culturali, causa l’elevato costo e il fatto che le prime lenti diffuse furono quelle per correggere la presbiopia (ovvero il difetto visivo fisiologico che crea difficoltà nella visione da vicino). È poi intorno al ‘500 che inizia la sua vera diffusione anche nei ceti popolari abbienti grazie ai venditori ambulanti.

In Cadore la storia dell’occhiale prende una piega affascinante, che affonda le radici nella maestria artigianale e porta in risalto la qualità della produzione di questa zona riconosciuta oggi in tutto il mondo. 

In tutta la provincia, dal Settecento, ma soprattutto nel secolo successivo, l’emigrazione temporanea era consuetudine, e proprio grazie a questo le persone poterono ampliare le proprie conoscenze nel settore dell’occhialeria. Uomini e donne partivano affrontando le strade verso la pianura veneta o le maggiori città europee cercando un lavoro più redditizio rispetto all’agricoltura di sussistenza montana. 


Sede Luxottica Agordo

L’emigrazione consentì ai cadorini di ottenere nuove idee e conoscenze tecniche, oltre che atteggiamenti mentali e culturali nuovi. In particolare, il commercio ambulante creò l’abitudine al confronto con la clientela e all’attenzione delle diverse esigenze e gusti. La rete commerciale si creò soprattutto grazie alle botteghe veneziane di occhialieri, che ospitavano dei giovani assistenti, molti dei quali bellunesi e cadorini. 

Con questo senso di apertura verso l’esterno si sviluppa, sul finire dell’Ottocento, l’industria cadorina dell’occhiale partendo dall’emblematica esperienza di una famiglia di venditori ambulanti, i Frescura “Petenèr”, e del meccanico ed arrotino Giovanni Lozza. Nel 1877, grazie a queste due figure nacque infatti quella che sarà la prima azienda dell’occhiale bellunese,  con sede in località Molinà di Calalzo di Cadore, ad oggi conosciuta in tutto il mondo e una delle leader mondiali: la Safilo.


Scuola di ottica a Pieve di Cadore

Nel 1881 accadde peraltro un evento simbolico importantissimo, che ebbe vasto eco e contribuì sancire la fama dell’occhialeria cadorina: durante il soggiorno in zona di Margherita di Savoia, regina d’Italia, i soci di quella che negli anni diverrà la Safilo donarono alla sovrana un loro paio di occhiali con montatura in oro e lenti da sole sfumate.

In questa industria in progressiva espasione, la tradizione artigianale si tramandò di generazione in generazione, con le famiglie che lavoravano insieme nei propri laboratori, affinando le tecniche e creando un'autentica cultura dell’occhiale. Nel corso del XX secolo poi, il distretto iniziò a crescere e a consolidarsi, attirando artigiani provenienti da tutto il territorio. La collaborazione tra le varie botteghe e la condivisione delle conoscenze contribuirono a elevare la qualità delle produzioni. 


Nacquero nel territorio cadorino fabbriche molto importanti come Lozza, Fedón, Marcolìn, solo per citarne alcune, fino alla leader odierna indiscussa Luxottica. 

Pian piano il lavoro dell’ottico diventò molto importante per l’economia della zona dolomitica, tanto che nel 1923 nacque a Pieve di Cadore l’Istituto Professionale di Stato per l'Industria e Artigianato, la scuola superiore più antica del Cadore, oggi I.P.A.A.P.S. “Ottico”, dove dal 1960 partì il primo corso per Ottico di durata triennale, poi diventato magistrale, che rappresenta ancora oggi una delle poche scuole di Ottica Statali.

Nel 1956 poi, in concomitanza con i Giochi Olimpici Invernali a Cortina d'Ampezzo, fu inaugurata a Pieve di Cadore la prima “Mostra dell'occhiale attraverso i secoli”, poi riproposta nel 1959 all'Università di Padova. In quell'occasione, il curatore Enrico De Lotto auspicò l'istituzione di un Museo Nazionale dell'Occhiale in Cadore. L’azione congiunta di numerose istituzioni locali e non, consentì, nel 1990, l'inaugurazione del Museo dell'Occhiale a Pieve di Cadore.


Museo dell'occhiale a Pieve di Cadore 

Gli anni Cinquanta del Novecento videro un crollo dei tassi di disoccupazione, grazie al boom economico, che portò le crescenti industrie nel settore degli occhiali ad investire nella tecnologia, consentendo loro di ridurre notevolmente il costo della manodopera operaia.  

I piccoli produttori che vendevano specialmente al mercato italiano, subirono dal dopoguerra la concorrenza dell’industria tedesca, ed è in quegli anni che risulta vincente lo spostamento produttivo verso gli occhiali da sole, un mercato ancora non considerato in Europa. 


Dopo il disastro del Vajont nel 1963, che ha fortemente colpito tutto il Bellunese, si osservò la ricostruzione ed espansione delle occhialerie della zona, grazie anche agli incentivi statali. In quel decennio il terzismo diventò la strategia cadorina d’espansione, a causa delle lotte sindacali e la rigidità salariale che impedirono l’instaurarsi un sano equilibrio di mercato.

Dagli anni Ottanta, ma specialmente con il nuovo millennio, si vide un’espansione globale del mercato degli occhiali, specialmente di quelli prodotti dalle aziende bellunesi.


L’Italia fu uno dei primi paesi a legare l’occhiale alle più importanti case di moda, così da farlo diventare un accessorio quasi di lusso, permettendo alle aziende produttrici un maggior guadagno grazie agli accordi di licenza. Da quel momento in poi numerose imprese puntano all’acquisizione dei marchi o, ancora meglio, delle stesse industrie collegate.
La produzione industriale cadorina crebbe grazie alla ricerca tecnologica, di design ed alle strategie promozionali. Le grandi imprese cambiarono gradualmente strategia produttiva, delocalizzando le proprie aziende in zone con alta disoccupazione e in punti maggiormente influenti nel mercato produttivo, investendo contemporaneamente in settori paralleli.
Oggi le aziende native cadorine con sedi ormai in tutto il mondo — come Luxottica, Safilo, Marcolin e De Rigo — sono importanti attori nel mercato internazionale del cosiddetto “eyewear”

Ad oggi è importante riconoscere che l’industria dell’occhiale è in continuo mutamento, influenzata da molti fattori, tra cui le tendenze di moda, le preferenze dei consumatori e le dinamiche economiche globali. La pandemia di COVID-19, ad esempio, ha avuto un impatto significativo su questo settore, con la chiusura temporanea di molti negozi fisici e una maggiore spinta verso gli acquisti online


Sperando di avervi intrattenuti in questa sintesi della storia dell’occhialeria cadorina, consigliamo la visita al museo del Museo dell'Occhiale di Pieve di Cadore per scoprire tutti i segreti di questo strabiliante oggetto. Ecco il sito: https://www.museodellocchiale.it/.


[JDM]

Bibliografia consigliata per l’approfondimento:

  • CONFORTI, Alberto – SCHIAFFINO, Mariarosa, Elogio degli occhiali, Cremona, 1990.

  • MOLHO, Renata – PRACELLA, Maurizio, Lozza. Una storia di occhiali, Milano, 1998.

  • DE LOTTO, Enrico, Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore, (4° ed.), Pieve di Cadore, 2000.

  • Gli occhiali presi sul serio. Arte, storia, scienza e tecnologia della visione, catalogo della mostra, Milano, 4 maggio - 29 settembre 2002, a cura di Raimonda RICCINI, Cinisello Balsamo, 2002.

  •  CRESTIN-BILLET, Frédérique, Passione collezionismo-occhiali, Milano, 20003

  • EBHARDT, Tommaso, Leonardo Del Vecchio, Milano, 2022.

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