Lungo il ciglio della strada statale Alemagna, a Ospitale, località appartenente al comune di Cortina d’Ampezzo, sorge la Chiesa del XIII secolo di San Nicolò, San Biagio e Sant’Antonio Abate. Nell’edificio è conservata una Via Crucis restituita ai fedeli ampezzani il 24 maggio 2023 dopo un lungo intervento di restauro ad opera di Mariangela Mattia, restauratrice di dipinti su tela e tavola e sculture policrome.
Come spesso accade per questi manufatti, non si conoscono documenti che attestino la paternità dei dipinti di questa Via Crucis né la loro datazione. Secondo la storica dell’arte e docente dell’ISSR di Padova Ester Brunet, potrebbero essere stati realizzati nella prima metà del Settecento; volendo azzardare, come lei scrive, nel secondo quarto del secolo, il periodo di massima diffusione della Via Crucis e a cui sono ascrivibili molte di quelle presenti nell’alto Veneto. Si tratta di dipinti dal carattere popolaresco, dove l’artista, pur rifacendosi a repertori iconografici tradizionali, dimostra una certa sapienza narrativa e riesce a inscenare un efficace “teatro della pietà”.
Prima dell’intervento di restauro i 14 dipinti ad olio passavano quasi inosservati. Non era infatti possibile apprezzare le scene a causa dell’alterazione della vernice di finitura, che rendeva la pittura particolarmente cupa e piatta. Inoltre, le opere presentavano problemi di conservazione dovuti alle variazioni di umidità e temperatura, che hanno causato il rigonfiamento e il restringimento delle tele e del telaio in legno, deformandole quindi col tempo. In più, alcuni dipinti erano stati ingranditi tramite l’aggiunta su alcuni lati di listelli lignei per adattarli alle cornici ottocentesche, una pratica tutt’altro che inusuale (era più facile ed economico ingrandire o rimpicciolire un dipinto piuttosto che una cornice).
L’intervento di restauro ha ripristinato la planarità della tela e la sostituzione dei vecchi telai ne ha permesso un tensionamento efficace. In alcuni dipinti particolarmente fragili si è resa necessaria la foderatura, ovvero l’applicazione di una nuova tela sul retro di quella originale con lo scopo di sostituirla nelle funzioni di sostegno e tensionamento al telaio, compito che richiede una certa resistenza. Infine, grazie alla rimozione della vecchia vernice ossidata, è stata restituita leggibilità alla pittura.
Spesso le chiese non sono i luoghi di conservazione adatti per le opere d’arte, infatti non è facile controllare le fluttuazioni di temperatura e umidità dell’ambiente che causano inevitabilmente il movimento dei materiali costituenti i manufatti e, entro certi valori, l’attacco dei biodeteriogeni (organismi che si nutrono delle molecole organiche che compongono ii materiali). Non va dimenticato, però, che molte opere devozionali come la nostra Via Crucis, vengono realizzate proprio per questi luoghi, pertanto risulta importante conservarle al loro interno, in modo che possano continuare a esplicare la loro funzione per il culto dei fedeli e ad essere testimoni dei secoli di storia attraversati dalle chiese e dalle comunità.
[Anita]
Sitografia
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