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Post 158 - Valerio Bellati: Alchimie cromatiche

 


Tra i lettori e le lettrici di CRODAp, i più affezionati si ricorderanno che ci è già capitato di parlare di un museo unico nella nostra provincia: la Galleria Rizzarda. Il museo si trova a Feltre ed è stato fondato nel 1938. Da un nucleo iniziale donato dal maestro del ferro battuto Carlo Rizzarda, si è arricchito nei decenni di opere e collezioni di altissimo livello, tra cui, dal 2021, la Collezione di vetro muranese Nasci-Franzoia. 



Uno dei gruppi di opere che più attira il pubblico è quello dei pittori feltrini del dopoguerra. 

Alcuni di loro sono diventati famosi anche a livello mondiale, e su tutti Tancredi Parmeggiani.Proprio a Tancredi è legato Valerio Bellati, pittore veneto del secondo Novecento aderente alla corrente dell’espressionismo astratto, l’artista al quale è dedicata in museo una nuova mostra temporanea. La mostra si intitola Valerio Bellati: alchimie cromatiche. Ve ne parliamo in questo post per invitarvi ad andare a vederla!


Bellati nasce nel 1923 a Padova, da famiglia di origine nobiliare feltrina, e muore nel 1996. Tra il ‘46 e il ‘50 frequenta l’accademia di belle Arti a Venezia (città dove in seguito avrà il suo studio) e ancora in gioventù si trasferisce per un periodo a Pieve di Soligo, dove avviene il fondamentale incontro con la scultrice bellunese Marta Sammartini. Nel 1962 partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia, su incoraggiamento di Guido Bin (Mario de Luigi). 


V. Bellati, Autoritratto, gesso, 1948

Come artista ha sperimentato varie tecniche tra cui pittura, scultura, disegno e ceramica. Le influenze principali sull’arte di Bellati si possono riassumere così: la luce bizantina di Venezia, i grandi pittori lagunari del Rinascimento e i contemporanei come Hsiao Chin (pioniere dell’astrattismo in Cina), Riccardo Licata e Tancredi. L’incontro con quest’ultimo a Venezia negli anni ‘50 farà da tramite col mondo artistico statunitense e l’entourage di Peggy Guggenheim. 


La sua vicenda artistica è molto personale e autobiografica, caratterizzata da periodi di inattività e dal ritiro presso la villa di famiglia vicino a Follina negli ultimi vent’anni della sua vita: «un artista solitario, ma originale». Elementi fondamentali, esacerbati soprattutto nell’ultimo periodo sono il segno, e la quasi ossessiva ricerca sul colore. Questa ricerca viene messa in atto lavorando con diversi materiali, pigmenti e impasti, l’uso del sacco e di altri materiali integrati nella stesura degli strati pittorici. Di questa sua “ossessione”, Hsiao Chin scrisse in una lettera «misture trovate quasi accidentalmente, ma dopo molte ore di ricerche, come fosse un alchimista». 


V. Bellati, Senza titolo, tecnica mista su compensato. 1990

Vi invitiamo a visitare la mostra per scoprire un artista che ha saputo approcciarsi a tecniche e materiali diversi in maniera sempre molto intima e personale, con grande ricettività e acutezza nel cogliere i movimenti artistici a lui contemporanei. 



V. Bellati, Senza titolo, tempera su tela, 1987

Se vuoi approfondire...


  • ...Carlo Rizzarda, le sue opere e la sua collezione: Post 77 - "Carlo Rizzarda, mastro artigiano";

  • ...la Collezione Nasci-Franzoia: post 81 - "La collezione Nasci-Franzoia";

  • ...Tancredi Parmeggiani: Post 76 - "Tancredi e Murer".


Fonti 


- Bellati M., Michielin F. (a cura di), Valerio Bellati. Con alcuni pensieri dell’artista, una testimonianza di Leone Minassian e una lettera di Hsiao Chin, Grafiche Antiga, 2022

-T. Casagrande, Valerio Bellati: alchimie cromatiche, brochure dell'omonima mostra presso la Galleria Rizzarda

-Tedeschi L., Bellati, Arti grafiche Conegliano SPA, 1992


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