L'ospedale da campo venne costituito nel luglio del 1944, quando l'Altopiano del Cansiglio, occupato dai residenti, era zona franca. Contava 50 posti letto, era rifornito e supportato dall'Ospedale Civile di Vittorio Veneto.
Nel corso del rastrellamento del settembre '44, per non intralciare lo sganciamento dei reparti in Pian Cavallo, l'Ospedale venne fatto partire in anticipo, il pomeriggio del 9 settembre.
Tuttavia fu costretto a rientrare a Pian Osteria a causa di una presunta infiltrazione dei tedeschi a Ceresera.
L'unica possibilità rimasta per scappare dai tedeschi era quindi quella di rifugiarsi nel bosco del Cansiglio.
Il 10 settembre l'Ospedale in fuga incontrò i Comandi del Gruppo Brigate "Vittorio Veneto" e della Divisione "Nanetti" impiegati a loro volta nel trasferimento.
Il comandante della Gruppo Brigate "Vittorio Veneto" si trovò di fronte alla scelta se aiutare o meno i feriti con il rischio di mettere in pericolo i responsabili del movimento di lotta partigiana.
Così il comandante Giovanbattista Bitto “Pagnoca” ricorda quei momenti: "Io mi vedo ancora seduto, sdraiato, stanco morto e preso da un senso di tragedia, con il mio vice commissario che mi diceva: 'Qui è nostro dovere prendere questi feriti e portarli in salvo'. Dal punto di vista umanitario i feriti avrebbero dovuto essere la nostra prima preoccupazione, ma dal punto di vista della nostra responsabilità bisognava non essere travolti dal sentimento, salvare le formazioni, mantenere la forza morale. [...]
Così quella sera dovetti fare una scelta tragica, che mi sono portato nella mente e nella coscienza per anni e anni: abbandonare i feriti e dirigersi verso Pian del Scheo. [...] Militarmente fu necessario agire così perché noi non potevamo difendere i prigionieri se fossero capitati consistenti rinforzi nemici. E inoltre avevamo il compito, una volta passata la bufera, di riorganizzare i quadri e continuare la resistenza. [...] Nondimeno, quella sera, ci sentimmo un po' tutti male nell'abbandonare quei feriti al loro destino".
Silvia De Faveri “Dirce” Infermiera [ da Assalto al Cansiglio di P.P. Brescacin]
I 35 degenti (di cui una decina impossibilitata a muoversi) si nascosero in Val Bona, dietro l'allora esistente insediamento cimbro "Casoni Scatoleri". Vennero suddivisi in piccoli gruppi, nascosti nel folto bosco su barelle e materassi di fortuna e venne loro consegnato un piccolo pacco di viveri.
Il personale dell'Ospedale si posizionò invece ai margini del bosco per poter fornire cure ai vari gruppi di malati.
Qui restarono nascosti per una decina di giorni senza essere scoperti dai tedeschi, solo un ferito perse la vita in questo arco di tempo.
[Faghe]
Commenti
Posta un commento