La Torre del Campanon svetta con i suoi 34 metri di altezza sul punto più alto della cittadella. La sua cima è un punto di vedetta molto ampio a 360 gradi, e viceversa da tutte le zone della conca feltrina è possibile scorgere la sua mole. Si tratta di una delle poche strutture superstiti dell’antico castello, andato progressivamente in disuso a partire dall’inizio del ‘500.
Sappiamo ancora poco dell’origine e in generale della storia del castello nei secoli medievali; ad ogni modo il Campanon era la torre centrale, più imponente, il cosiddetto ‘mastio’. È una struttura abbastanza articolata e interessante, non fosse altro che per la sua lunga storia. La torre poggia su delle fondamenta databili al X secolo (o massimo inizio XI).
In mille anni di vita ha subito moltissime trasformazioni e consolidamenti: la parte del basamento, fino a 19 metri di altezza, è infatti databile al ‘200. È a pianta quadrata, con un lato di 8 metri abbondanti, e lo spessore murario raggiunge i due metri al livello più basso. Fa una certa impressione, eppure per una torre di questa altezza sono mura molto sottili.
Sappiamo infatti che originariamente era molto più bassa di come la vediamo attualmente. Fu progressivamente innalzata in varie fasi, tra il ‘300 e il ‘500, fino a raggiungere l’altezza attuale appena dopo il 1579 (vi parleremo tra poco di cosa accadde in quell’anno).
Ci sono numerosi elementi strutturali interessanti, come per esempio le grandi aperture ad arco duecentesche del secondo piano (foto 2). A cosa servivano? Dove portavano? È ancora incerto. Forse a metà altezza della torre erano montate delle bertesche (le strutture sporgenti in legno diffuse all’epoca su mura e strutture difensive). Però non possiamo nemmeno escludere a priori che i soldati di guarnigione ci tenessero un bel balcone fiorito di gerani e surfinie. Sfatiamo questo mito del medioevo come epoca buia e rozza.
Foto 3: mensole in pietra che reggevano un antico solaio. Si noti come la finestra sulla parete di sfondo sia tagliata dalla scala, che suggerisce quindi una conformazione originale differente.
Un altro elemento interessante sono alcuni blocchi di pietra sporgenti dalle pareti interne (foto 3). A ben guardare è evidente che in origine reggevano un solaio, non più esistente. In effetti sappiamo che in origine all’interno della torre erano presenti più solai di quelli attuali: andarono distrutti, assieme alle scale e a tutte le strutture di legno nel 1579, quando un fulmine colpì la cima della torre scatenando un incendio, che consumando la travatura della cella campanaria fece precipitare le campane fino a terra.
Le strutture di legno attuali, come per esempio l’enorme struttura in larice a sostegno della campana, la scala che permette di salire, con gradini in legno di pero, e la cassa centrale in cui scorrevano i pesi del vecchio orologio, vennero ricostruite o aggiunte nei secoli successivi. Il complesso, quindi, è formato da una serie di elementi stratificatisi nei secoli, dai più recenti (risalenti a un centinaio d’anni fa), fino ai più antichi, che si conservano addirittura dalla fine del ‘500.
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Foto 6: Aperture ad arco tardoromaniche ora murate, visibili sulla facciata meridionale della torre. |
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