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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Post 148 - Il terremoto dell’Alpago

  29 giugno 1873. Ore 4.58. Quindici secondi lunghi un’eternità. Il terribile terremoto di grado X della scala Mercalli-Cancani-Sieberg, preceduto da un rombo, ebbe il suo epicentro a nord del lago di Santa Croce, in Alpago. Venne fortemente avvertito in tutta la regione veneta e nelle adiacenti, inoltre la scossa venne registrata fino nelle Marche, in Umbria e persino in Svizzera, Austria, Baviera. 1. Piazza Duomo dopo il terremoto del 1873 Considerato uno dei più forti dell’Italia nord-orientale, il sisma del 1873 causò gravissimi  danni. Nella conca alpagota persero la vita 30 persone. Vennero quasi completamente rasi al suolo Pieve d’Alpago con la frazione Curago, Puos d’Alpago con la sua frazione Cornei, Tambre con il paese di Borsoi, e le località di Funes e Lamosano di Chies d’Alpago . Alcuni dati : Ore 4:58 locali, durata di circa 15 secondi Magnitudo 6.3, Grado X della Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) Direzione generale delle scosse SSE-NNW  80 morti, 83 feriti e quasi 800

Post 147 - La chiesa della discordia

  In alcuni post precedenti ( post 123 e 124 ) abbiamo ricostruito la storia delle frane dell’Antelao che hanno coinvolto Borca e San Vito. Durante la frana del 7 luglio 1737, stando alle memorie del pievano Bartolomeo Zambelli, il primo edificio a restar sotterrato fu la chiesa di San Canciano che sorgeva sul confine tra Borca e San Vito, chiesa che fu in seguito ricostruita accanto all’antica Strada regia ( post 101 e 102 ), nel territorio di San Vito, ad una novantina di metri dal confine. Ne nacque molto tempo dopo una contesa, di cui vi parleremo oggi. La storia della chiesa di San Canciano è assai antica. Vi è infatti un atto notarile datato 1418 rogato dal notaio Bartolomeo fu ser Ungaro in cui il testatore lega due prati in val di Tiera al lume di San Canciano: in altre parole si lasciava per testamento due prati alla suddetta chiesa perché col ricavato si mantenesse un lume acceso per il santo [1]. Dai documenti delle visite pastorali del 1604 conservati nell’Archivio della Cu

Post 146 - L’ampezzano che progettò mezza Trento

  Annibale Apollonio “De Varentin” nacque nel 1848 a Cortina d’Ampezzo, allora parte dell’Impero austriaco, dal commerciante Angelo Giuseppe Antonio (1811-1884) e dalla nobile Maria Dorotea de Bigontina (1818-1875). A metà Ottocento la sua famiglia rientrava già fra le più cospicue della valle, ma fu con la generazione di Annibale e quella successiva che giunse ad essere la più abbiente e probabilmente la più potente d’Ampezzo. Con scaltrezza e fiuto affaristico i fratelli e nipoti di Annibale acquistarono e aprirono ex novo mulini, segherie, panifici, ma soprattutto alberghi. Gli Apollonio “De Varentin” furono fra i primi, tra fine Ottocento e inizio Novecento, a comprendere l’importanza della nascente economia turistica e investirono il già notevole patrimonio iniziale nel nuovo settore, fondando alcuni fra i più prestigiosi e importanti hotel delle Dolomiti, garantendosi ricchezza e influenza per i decenni a venire. Grazie alle agiate condizioni familiari, Annibale ebbe la fortuna

Post 145 - Simone da Cusighe

  L’attività pittorica trecentesca della città di Belluno è pressoché sconosciuta: mancano le testimonianze materiali, ma il nome di qualche pittore è noto grazie alla documentazione storica. Gli ultimi decenni del XIV secolo e i primi anni del XV secolo, invece, sono discretamente ricostruibili grazie a opere e documenti, quali i registri contabili del Capitolo di Belluno: i “ Libri della Massaria”. Madonna della Misericordia e storie di San Bartolomeo’ Gli storici considerano Simone da Cusighe come la prima personalità definita della pittura bellunese. Il suo nome compare per la prima volta nel 1386 « pro cinabro trito »* nei Libri della Massaria, dove lo troviamo documentato anche nel 1396 e nel 1397 « pro intayature » e « pro endorature » di una grande ancona, oggi perduta, destinata all’altare maggiore della della cattedrale. Si tratta di documentazioni importanti perché testimoniano il prestigio di cui godette Simone da Cusighe per ricevere una commissione così prestigiosa, ch