Il treno, veicolo di civiltà e progresso, arrivò il 10 novembre 1886 a Belluno, l’ultimo capoluogo veneto ad essere raggiunto dal servizio ferroviario. L’ingegner Giovan Battista Locatelli (1809-1878), cui era stato commissionato uno studio di fattibilità, presentò nel 1865 due progetti alternativi: uno che seguiva il corso del Piave, passando per Cornuda, un secondo che prevedeva invece il passaggio della linea per Vittorio Veneto e il Fadalto. Quest’ultimo venne scartato e si dovettero attendere parecchi anni prima che fosse ripreso.
In un discorso alla Camera dei deputati del 6 giugno 1879, l’onorevole Luigi Rizzardi (1831-1900) rimarcava la necessità di costruire il tronco ferroviario Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi per portare beneficio ai cinque comuni dell’Alpago particolarmente colpiti dal sisma del 1873. In aggiunta Rizzardi affermava che la ferrovia di Vittorio Veneto avrebbe portato benefici ad una popolazione complessiva di circa 128.000 abitanti. Inoltre si sarebbero risparmiati i costi delle infrastrutture con a carico soli 32 km di percorso, contro gli 84 km della linea Treviso-Feltre-Belluno.
Per motivi di carattere politico ed in parte economico, nel 1880 si procedette però alla costruzione della ferrovia Treviso-Cornuda-Belluno. A questo primo segmento si aggiunse quello di Belluno-Longarone (agosto 1912), poi Longarone-Perarolo (giugno 1913) ed infine il terminale Perarolo-Calalzo/Pieve di Cadore (maggio 1914). Nel 1916 venne inaugurata la Calalzo-Cortina d’Ampezzo-Dobbiaco, andando a completare il collegamento con la parte alta della provincia bellunese. Rimaneva tuttavia ancora scoperta la via che da Ponte nelle Alpi permetteva di raggiungere, attraverso la Val Lapisina, Vittorio Veneto.
24 sett.1938 - Arrivo di Mussolini in visita a Vittorio Veneto, Fondo Alfredo Marin
Nel 1911 la “Società Veneta” presentò un progetto di costruzione della linea Conegliano-Vittorio Veneto con possibilità di prolungamento verso Belluno, ma il Ministero dei Lavori Pubblici si oppose. Nel maggio 1915 fu predisposto un nuovo progetto dal “Servizio delle costruzioni ferroviarie dello Stato” che venne approvato. I lavori furono ben presto sospesi a causa dell’entrata in guerra dell’Italia. Tra il 1919 e il 1920 venne studiata una nuova variante, vista l’importanza commerciale della tratta e per contrastare la crescente disoccupazione. I lavori della linea vennero appaltati nel 1922, ma l'anno successivo una serie di violazioni da parte delle imprese appaltatrici provocò il blocco dei lavori fino al 1927. Soltanto il 24 settembre 1938 la linea venne inaugurata ufficialmente alla presenza di Mussolini in visita a Vittorio Veneto, dove tenne un breve discorso, prima di partire in tutta fretta, e proprio grazie a quella tratta, alla volta di Belluno dov’era atteso.
Galleria della Pierina con visuale del Lago di S.Croce
La Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi fu costruita con le caratteristiche di una linea di grande comunicazione predisponendo un doppio binario e comprendente le quattro stazioni intermedie di Nove, Santa Croce del Lago, Stazione per l'Alpago e Cadola-Soccher. Le due gallerie di Fadalto e Santa Croce sono lunghe rispettivamente 2153 m e 1486 m.
5Stazione per l'Alpago - Fine anni '30
[Dalpa]
BIBLIOGRAFIA:
· Belluno: storia di una provincia dolomitica. Dalla caduta di Venezia ai giorni nostri, vol. 3, Forum Editrice, Udine, 2013.
· Contributi per la storia di Vittorio Veneto, Dario De Bastiani Editore, Treviso, 2021.
· M. Rosina, Belluno: la crisi dei vagoni. Fotografie della collezione Benito Pagnussat, Tiziano Edizioni, Pieve di Cadore Tiziano, 1998.
Commenti
Posta un commento