Abbiamo già visto (post 57 e 124) come le acque violente ed implacabili con la loro furia hanno inghiottito interi paesi e soffocato centinaia di vite, ma vi sono anche pagine di storia più gioiose scritte grazie alle stesse. Per lungo tempo, infatti, lo sfruttamento dell’acqua è stato di primaria importanza nella vita delle comunità di montagna non solo per soddisfare i bisogni primari degli abitanti, ma anche per permettere un certo grado di sviluppo industriale. Immaginando di sorvolare il Boite ed i suoi affluenti, da San Vito di Cadore a Vodo di Cadore, si potrebbero scorgere, qui e là lungo il loro corso, dei ruderi o delle costruzioni ancora in buono stato, in parte celate dalla vegetazione. La stessa forza inesauribile dei fiumi che ha sovente portato con sé distruzione è stata anche sfruttata dagli abitanti della valle per facilitare le operazioni di macina dei cereali, taglio del legname e lavorazione della lana. Vi erano infatti svariati mulini che, sfruttando la forza del
Nati su Instagram, scriviamo di storia e cultura della provincia di Belluno, avendo cura di dedicarci ad ogni suo territorio, alle sue tradizione e alle sue particolarità locali.