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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Post 116 - Sopravvivere a tutto, o quasi

  La Cartiera di Vas nel Novecento è di proprietà della famiglia Zuliani, che acquisterà la fabbrica nel 1892. Innovatori dello stabilimento, sindaci e podestà del paese, saranno i protagonisti dell’ultima fase della fabbrica. Gli impianti verranno ammodernati e una prima turbina idroelettrica verrà installata nel 1892, seguita nel primo dopoguerra da altre turbine che serviranno anche per fornire elettricità all’illuminazione pubblica notturna di Vas. Durante l’occupazione austroungarica lo stabilimento diventerà sede di un comando di corpo d’armata tedesco, venendo bombardato dall’artiglieria italiana. Nel dopoguerra la cartiera rinasce, arrivando a contare 38 addetti nel 1927 e 83 nel 1945. In questi decenni, intere famiglie lavorano insieme, con la costruzione di rapporti di solidarietà con gli altri abitanti di Vas. Il vestiario che arrivava in buono stato -per la produzione della carta venivano ancora usati stracci- veniva donato e le tessere annonarie mandate al macero -che in p

Post 115 - La carta, Vas e gli Ottomani

  Cosa legava il piccolo paese di Vas al grande impero Ottomano nel Seicento? La carta. Per spiegare come, partiamo dall'inizio. Vas è attraversato da un torrente chiamato Fium , utilizzato fin dal Trecento per azionare ruote idrauliche che servivano per la macina del grano, la follatura dei panni di lana o per la segatura del legname. Tuttavia per molto tempo l’economia di questo villaggio fu incentrata sull’agricoltura e sull’allevamento, finché una famiglia nobile veneziana, i Gradenigo, non decise di costruire una cartiera nei propri possedimenti. La scelta di avviare questo tipo di attività in una località isolata non era un’idea del tutto assurda, perché l’utilizzo dell’acqua del torrente Fium permetteva di produrre carta molto bianca e quindi di qualità.  Infatti, per creare un foglio di carta, si dovevano prima lavorare gli stracci, ovvero le cellulose delle fibre vegetali, che venivano fatti macerare nell’acqua e poi sminuzzati attraverso dei pistoni azionati da ruote idra

Post 114 - Fabbri e metallurgia a Cibiana

  Come per altre aree del Bellunese (per cui vedi post 22 e 55), la storia dell’attività estrattiva e metallurgica di Cibiana e della valle del Rite è infatti assai risalente e lunga almeno tre secoli. Le miniere di Ciarsié e Ronzèi furono attive per tutto il periodo della dominazione della Serenissima, da inizio '400 fino alla seconda metà del '700.  Detti centri di estrazione non lontani dai villaggi di Masarié e Cibiana di Sotto, fra i più ricchi nei territori veneti, fornivano una pregiata miscela di siderite, ematite, magnetite e limonite caratterizzata dalla purezza, da cui si ricava un ferro di ottima qualità.  Mentre ad esempio a Belluno era concentrata la produzione di armi bianche, ad Alleghe quella di lance ed armi da taglio e nello zoldano i ' ciodaruoi' eccellevano nella produzione di chiodi e bullette d’ogni sorta, le ' fusine' cibianotte divennero celebri nel XVIII secolo per la produzione di palle da cannone di cui la Serenissima abbisognava in

Post 113 - I ripari Tomàss

  Tra i luoghi più incantevoli del Feltrino per svolgere delle belle passeggiate all’aria aperta, la Valle di Lamen è uno dei primi pensieri. La valle è simbolicamente una delle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, con sentieri che consentono di esplorarla quasi interamente, dai sentieri semplici per la cima del Monte Pafagai ai sentieri per i più esperti e temerari che conducono al Forzellon, l’imbocco sud della Busa delle Vette. L’offerta turistica è ricca e, come è giusto che sia, si intreccia con il mondo pastorale che da sempre la interessa. Un consiglio: andate a mangiare lo schiz di Luca, erede di una secolare tradizione. Ma prima dell’agriturismo e della vocazione turistica della valle cosa c’era? Beh un anno fa vi raccontavamo del ritrovamento del pugnale eneolitico da parte di Santo Balén (Post 58). All’inizio degli anni ‘60 ci fu una prima segnalazione di rinvenimenti archeologici presso il riparo Tomàss da R. Dal Prà e G. Pauletti. Negli anni ‘80 l'associ