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Post 109 - Un Nobel alla Sena

 


«Fanfan ritorna vincitore; Molly

si vende all'asta: frigge un riflettore»


In questi versi, i primi di “Keepsake”, poesia del 1929 poi raccolta nelle “Occasioni”, Eugenio Montale trae a piene mani dalla sua conoscenza per l’opera lirica, creando un unico gioco di citazioni, personaggi e situazioni. Non è l’unica poesia in cui l’autore ligure cita e si diverte con i drammi teatrali, quasi un topos della sua produzione. 


Fin da giovane la passione per il canto lo portava a esibirsi insieme alla famiglia, passione che approfondì studiando per anni con il maestro Sigori. Per quanto fosse un promettente baritono, dovette abbandonare i sogni di diventare cantante, sogni che vediamo riapparire qua e là nelle sue lettere a Irma Brandeis, la Clizia delle “Occasioni”. 


Lo studio e la passione gli torneranno però molto utili: lavorò infatti per il Corriere dell’Informazione, edizione pomeridiana del Corriere della Sera, seguendo la stagione drammaturgica della Scala di Milano. In due soli teatri però, a quanto è rimasto pubblico, si è esibito. Il primo è il Carlo Felice di Genova, una brevissima apparizione forse per un provino. Il secondo è il Teatro della Sena di Feltre. 


Montale visitò Feltre una volta nel 1937, invitato da Silvio Guarnieri, scrittore feltrino e suo caro amico. L’episodio culminante della visita fu appunto il Teatro della Sena. All’epoca era chiuso da circa una decina d’anni, e Montale racconta in un’intervista come grazie a una “generosa mancia” riuscirono a entrare. Guarnieri ci descrive ne “L’Ultimo Testimone” la performance: vennero accese le luci nella sala ricoperta di polvere, e il futuro premio Nobel per la Letteratura si esibì per una mezz’ora davanti all’amico e alla compagna, Drusilla Tanzi. 


Nell’intervista in cui racconta di questa impresa, Montale canticchia il brano della sua unica esibizione pubblica: Il Barbiere di Siviglia, Atto I, scena 8. (Cavatina di Don Basilio)


La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar [...]. 

[ARB]


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