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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Post 100 - Friederich Mohs

Friederich Mohs è stato senza dubbio uno dei più importanti e famosi geologi e mineralogisti. E se vi dicessimo che la sua storia è molto legata con Agordo? Foto: le Dolomiti agordine da Rivamonte, foto di Andrea De Nardin. Immagini successive tratte da: “Friederich Mohs 1773-1839”, Autori vari, Gamp Dolomiti, 2004. Mohs nacque a Gernrode, tra le montagne della Sassonia nel 1773. Frequentò studi scientifici all’università e li perfezionò  alla rinomata Accademia Mineraria di Freiberg. Durante la sua carriera fu responsabile di miniera, identificatore di minerali ed arrivò perfino ad essere professore universitario di mineralogia all’università di Graz, Freiberg e infine Vienna nel 1826. Successivamente, data la sua conoscenza nell'ambito di miniere, arricchimento di minerali e metallurgia, arrivò ad Agordo, dove era attiva ormai da più di quattro secoli la miniera di pirite cuprifera di Valle Imperina. Non c'è da stupirsi della presenza di un importante studioso tedesco in Agor

Post 99 - Le fortificazioni del Sasso di San Martino: il Castel Agordin

All’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi si trovano diversi itinerari che ripercorrono, a tappe, frammenti di storia dei nostri paesi, monti e vallate. Talvolta si tratta di storie dimenticate o poco conosciute, come quella di cui vi parleremo. Nell’itinerario de “La Via degli Ospizi”, antico snodo viario che collegava la val Belluna e l’Agordino lungo la destra orografica del torrente Cordevole, si trovava un tempo il Castel Agordin o “Castello Gordino”, una fortificazione edificata sul Sass de San Martin. 1.Il Sasso di San Martino visto dal versante Agordino. Il modesto rilievo su cui fu edificato il Castel, era di fatto un punto nevralgico della val Cordevole, poiché si trovava in posizione dominante sul punto più stretto della valle, a nord dell’attuale doppio guado del torrente (ora bypassato dal tunnel dei Castèi) dato dal ponte della Muda e dal ponte dei Castèi, appena sotto al Sasso. 2.Il tratto più stretto della val Cordevole fra i due ponti, visto dalla sommit

Post 98 - La Muraglia di Giau

  Fra le tante persone che ogni anno si avventurano in Giau, attratti da uno degli scenari più splendidi delle Dolomiti, sarà forse capitato a qualcuno di notare uno strano vallo, appena affiorante dal terreno. La “Marogna de Jou”, come si dice in ladino, non ricorda, come si potrebbe pensare, guerre o battaglie, ma un altro tipo di lotta: la secolare disputa tra Ampezzo e San Vito per il controllo dei pascoli e dei boschi di Giau. Sin da tempi immemorabili, nonostante geograficamente ricada nella conca ampezzana, Giau fa parte del territorio sanvitese. Alcuni fanno risalire questa strana confinazione addirittura ai romani, che incuranti della conformazione naturale del territorio, avrebbero creato unità amministrative basate esclusivamente su linee rette e forme regolari. Per poter fruire del proprio pascolo i proprietari godevano da sempre del diritto di passare in territorio ampezzano, e questo equilibrio fu mantenuto per secoli, come dimostrato da un documento del 1331, con cui le

Post 97 - La rivoluzione di paese

  Comizio conclusivo dello sciopero generale di solidarietà dei lavoratori bellunesi con le maestranze della Manifattura delle Alpi, Belluno, Piazza Piloni, 23 ottobre 1968 9 ottobre 1968. Esattamente cinque anni dopo il disastro del Vajont, le operaie della “Manifattura delle Alpi” ricevono una lettera dalla direzione centrale. La loro fabbrica sta per essere chiusa, il loro rapporto di lavoro ha, quindi, da considerarsi terminato.  Una delle operaie ricorda così quel momento: «All’uscita dal turno di lavoro, ci hanno detto di ritornare a casa, di preparare una borsa con l’indispensabile e di essere pronte a occupare la fabbrica. Ho fatto proprio così. Non avevo ancora 17 anni». Il 13 ottobre viene decisa l’occupazione con un supporto politico trasversale,  dal sindaco di Ponte nelle Alpi (Umberto Orzes, PSI) al prete del paese (don Fortunato Zalivani), ai lavoratori cattolici delle ACLI e agli studenti Sessantottini di Belluno, mentre Prefetto e personalità politiche lavorano a una s