Vi siete mai chiesti con che denaro la Città provvedesse alle sue esigenze (mantenere una guarnigione, costruire ponti e strade, tenere in acconcio le mura…)?
La quasi totalità delle entrate del Comune bellunese proveniva dai dazi. Di cosa si trattava? Si trattava di una serie di imposte e di gabelle che tassavano certi commerci e consumi a vario titolo, su cui possiamo desumere varie informazioni da una fonte molto importante: gli Statuti della città, pervenutici nella forma che assunsero l’anno 1392 grazie a una copia manoscritta del 1433 (di cui vi proponiamo qualche meravigliosa pagina nella galleria ↑).
In alto, la rubrica che apre i capitoli riguardanti il dazio sul vino: «De dacio vini ad minutum rubrica». ASCB, f.m., ms. 542, c. 117v. |
Il dazio della bolla del pane, ad esempio, imponeva una tassa sulla panificazione: i fornai dovevano infatti imprimere il timbro fornito dai dazieri su ogni pagnotta prima di cuocerla. C’era poi un dazio sulla vendita di vino nelle osterie e nelle cosiddette ‘caneve’, e uno sulla compravendita di bestiame. Ma oltre a queste tassazioni sui consumi interni, era presente un altro genere di dazi: quelli delle dogane poste sulle vie di comunicazione.
Ogni via che attraversava i confini del Distretto di Belluno era ben controllata, e le merci che vi transitavano erano sottoposte a dazio. La dogana più importante, la cosiddetta “Muda Grande”, era situata a Ponte nelle Alpi, dove il ponte sul Piave costituiva un passaggio obbligato per chi percorresse la Strada d’Alemagna (allora “Strada Regia”), che salendo per il Fadalto imboccava poi la valle del Piave e attraverso il Cadore e l’Ampezzo collegava la pianura veneta ai territori d’Oltralpe.
L’incipit degli Statuti. ASCB, f.m., ms. 542, c. 11r.
Lascia veramente esterrefatti, viste le condizioni di percorribilità — specie d’inverno — scoprire quanto tale via fosse trafficata. Questo esempio può rendere l’idea: 2.250 ettolitri di vino prodotto a Conegliano nel 1365 (il 45% delle esportazioni della città), percorsero nell’anno successivo la Strada Regia per dirigersi parte nel Bellunese ma soprattutto verso la Germania, da cui proveniva grandissima richiesta.
Foto su gentile concessione dell’Archivio Storico Comunale di Belluno. Concessione n. 3/2022.
[Nic]
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