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Post 84 - La Madonna della Difesa in Ampezzo

 

Statua della Madonna della Difesa venerata in Ampezzo.
Statua de ra Madona de Voto venerada in Anpezo.

Quasi tutti, in Ampezzo, conoscono la storia della Madonna della Difesa, dei due eserciti stranieri che minacciavano la valle e del voto che gli ampezzani avrebbero stretto: se questa calamità fosse stata scongiurata, avrebbero celebrato la Madre di Dio tutti gli anni, da quel giorno e per sempre. Si narra che i soldati sarebbero giunti fino a Lacedel o Cianpedeles, ma una fitta nebbia li avrebbe completamente avvolti. Incapaci di riconoscere amici e nemici, si sarebbero uccisi l’uno con l’altro: così la Madonna avrebbe protetto Ampezzo da questa doppia invasione straniera.

Il primo a testimoniare questa storia – ed è un fatto davvero curioso – è un frate polacco dei primi del Seicento: Antoninus Premisliensis. Di quest’uomo non si conosce quasi alcunché, e quel poco che sappiamo viene da un suo scritto del 1607 rinvenuto nel 2009 presso la Chiesa parrocchiale: con un poemetto latino di una quarantina di versi, in schema metrico di distici elegiaci, il frate ringrazia la Madonna per la grazia ricevuta, e racconta in breve il miracolo della nebbia. 

A questo nucleo narrativo sono stati aggiunti col tempo ulteriori dettagli: gli eserciti sarebbero stati goti o longobardi, ed il fatto si sarebbe verificato nel 572 d.C. Oggi si fa un po’ di fatica a credere a queste versioni. Cerchiamo dunque di dare una risposta a questa domanda: dove nasce davvero la devozione tributata alla Madonna della Difesa?

All’inizio del XV secolo il Cadore, che all’epoca comprendeva ancora Ampezzo, faceva parte del Patriarcato di Aquileia, che corrispondeva grossomodo all’odierno Friuli. In quegli anni era stato colpito da alcuni stravolgimenti politici, e di questa situazione approfittarono Venezia e l’Austria alleandosi per espandersi a suo scapito. I primi di gennaio del 1412 alcuni militari austriaci discesero da Brunico e conquistarono il Castello di Botestagno, dove si accamparono con l’intenzione di marciare su Ampezzo. Quando lo vennero a sapere, i soldati del patriarca partirono dalla Carnia verso il Cadore, per raggiungere Botestagno e scacciare gli austriaci, ma dopo di ciò non si sa bene cosa sia successo.

Alcuni affermano che i friulani siano riusciti ad arrivare in Ampezzo, e che abbiano combattuto e vinto a Cimabanche. Altri invece dicono che siano arrivati fino a Pieve, per poi tornare in Friuli senza avere concluso alcunché, e che gli austriaci si sarebbero ritirati per conto proprio. Probabilmente gli ampezzani, quando si resero conto della disgrazia che si stava abbattendo su di loro, devono essersi affidati alla Madonna, e, dopo aver visto che nessuno dei due eserciti si era spinto a portare guerra nel loro paese, lo abbiano considerato un miracolo. Onorarono così il proprio voto, e si impegnarono a commemorare il fatto ogni anno il 19 gennaio.

Il miracolo della nebbia.
El miracol del caligo.

La prima testimonianza di questa festa votiva ci giunge da una pergamena del 1481, dove si attesta che due persone dovettero essere punite perché quel giorno si erano recate a lavoro, sebbene fosse festivo. Negli stessi anni si riscontrato numerosi lasciti destinati ad erigere anche una chiesa alla Madonna, che venne effettivamente edificata e alfine consacrata un anno più tardi, nel 1482. L’edificio non è quello che si ammira oggi, perché venne ricostruito nel 1751.

La devozione alla Regina Defensionis è proseguita nei secoli, ed il suo nome è stato invocato dagli ampezzani tutte le volte che avevano bisogno di essere protetti da una disgrazia. Su questo punto non si può fare a meno di menzionare i gesti legati alla Prima guerra mondiale: a tutti quelli che partivano per il fronte veniva consegnata una medaglia della Madonna, da tenere appresso contro ogni male. Due persone dalla fede particolarmente forte, Sebastiano e Maria Valleferro, fecero voto che, qualora loro figlio fosse tornato dalla guerra, avrebbero eretto una nuova cappella dedicata alla Madonna della Difesa. Le preghiere dei due vennero assecondate, e nel 1927 innalzarono la chiesetta di Val.

Da secoli, dunque, Ampezzo trova nella Regina Defensionis un protettore irrinunciabile, da invocare ogniqualvolta solo un miracolo possa garantire la salvezza. Ancora oggi la Chiesa della Difesa rappresenta uno dei luoghi più importanti per l’identità della comunità, che tutti gli anni, il 19 gennaio, si riunisce per ringraziare la sua patrona e rinnovare il voto dei padri.
L'ex voto di Antoninus Premisliensis.
L ex voto de Antoninus Premisliensis.

In ladino ampezzano

Post 84 – Ra Madona de Voto in Anpezo

Deboto dute, in Anpezo, i conosce ra storia de ra Madona de Voto o d’i Gote, de ra doa armades forestes che ‘s manazaa ra val e de l voto che i anpezane i aarae fato: se i aese schià chesta desgrazia, i aarae fato festa par ra Mare del Signor dute i anes, da chel di e par senpre. Se disc che i melitare see ruade fin a Lazedel o a Cianpedeles, ma un caligo fis el i ebe sarade dute d’intor. Zenza ese pì boi de conosce amighe e nemighe, i s’aarae copà l un co l outro: coscita ra Madona r’aarae precurà Anpezo da chesta bina invajion foresta.

El prin a me testimognà chesta storia – e r’é na roba dasen balierna – l é un frate polaco d’i prime del Siezento: Antoninus Premisliensis. De chesto on no so conosce deboto nuia, e chel poco che saon el rua da un so scrito del 1607, ciatà del 2009 inze ra Jeja de Saiaco: co na canzon latina da supośò cuaranta vesc, inze l schema metrico d’i distiche elejiache, el frate el disc gramarzé a ra Madona par ra grazia ciapada, e conta in curto del miracol del caligo.

A chesto teler de storia l é stà śontà col tenpo outre toche: ra armades sarae stades de gote o lonbarde, e l fato sarae suzedù del 572 d.C. Ancuoi se stenta nafré a crede a chesta verscios. Vedon donca de responde a chesta damanda: agnó nascera dasen ra deozion a ra Madona de Voto?

Sui prime del XV secol el Cadore, che incraota l aea ancora inze Anpezo, el fejea parte del Patriarcato de Acuileia, che l ea supośò conforme al Friul del di d’ancuoi. De chi anes l ea stà ciapà da alcuante rebaltoi, e Venezia e r’Austria s’aea betù aduna par se slargà fora a so descapito. Ai prime de jenaro del 1412 alcuante melitare austriache i é vienude in fora da Borneco e i à ciapà el Castel de Podestagno, agnoche i à fato tenda con chera de marcià su Anpezo. Canche i lo à sapù, i melitare del patriarca i é moeste da ra Ciargna ves el Cadore, par darśonśe Podestagno e descazà i austriache, ma dapò de chesto no se sa polito ce che see suzedù.

Il Santuario della Madonna della Difesa.
Ra Jeja de ra Madona.

Alcuante i disc che i furlane see śude adora a ruà in Anpezo, e che i ebe pugnà e vento a Sorabances. Outre invenze i disc che see ruade fin a Piee, par pò tornà in Friul zenza aé redoto nuia, e che i melitare austriache s’aarae tirà da so posta. Almoto i anpezane, canche i s’à incorto de ra scopola che r’ea daos a i vienì śo par sora, i à da s’aé betù inze ra mas de ra Madona, e, dapò che à vedù che neguna de ra doa armades r’ea śuda adora a menà guera inze l so paes, i lo ebe ciapà par un miracol. I à coscì conparì a l so voto, e i s’à obeà a recordà el fato dute i anes ai 19 de jenaro

El prin testimogno de chesta festa de voto r’é na bergamina del 1481, agnoche se disc che doa parsones ‘s à abù da ese castigades parceche chel di i ea śude a lourà, seanche l ea da festes. De chi medeme anes se ciata tropa righitas, lasciades con chera de fei su anche na jeja a ra Madona, che infatin r’é stada benedida l an dapò, del 1482. El ciaśamento no n’é chel che se po ede ancuoi, aśache l é stà fato noo del 1751.

Ra deozion a ra Regina Defensionis r’à seguità inz’i secui, e l so gnon l é stà ciamà da i anpezane duta ra otes che i à abù biśoin de ese precurade da calche desgrazia. Su chesto ponto no se po fei de manco de menzonà i ate leade a ra Prima guera mondial: a dute chi che moea melitare vienia dà na madaia de ra Madona, da se tienì pede contra ogni mal. Doa parsones da ra fede tropo salda, Sebastiano e Maria Valleferro, i aea fato voto che, se so fiol fose tornà da ra guera, i aarae fato su na noa capela par ra Madona de Voto. Ra orazios d’i doi ‘s é stades secondides, e del 1927 i à fato su ra jejeta de Val.

La chiesetta di Val.
Ra jejeta de Val.

Da secui, donca, Anpezo el ciata inze ra Regina Defensionis un protetor che no po fei de manco, da ciamà duta ra otes che noma un miracol po segurà el redenzio. Ancora ancuoi ra Jeja de ra Madona r’é un d’i site pì inportantes par r’identità de ra comunità, che dute i anes, ai 19 de jenaro, se sturta aduna par i dì gramarzé a ra so patrona e tornà a fei el voto d’i pares.

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