La collezione di vetri muranesi Nasci - Franzoia è frutto di oltre trent’anni di passione e personale raccolta da parte degli omonimi coniugi e trova ora sede all’ultimo piano della Galleria Carlo Rizzarda a Feltre. Lo stesso Ferruccio Franzoia, già artefice dell’assetto espositivo del museo nel 2000, ha curato l’allestimento permanente attingendo alle proprie emozioni e al proprio gusto personale, fornendo al visitatore un percorso meravigliosamente ricco di trasparenze e vivaci cromie. Questa collezione è in perfetta continuità con la collezione originale lasciata in eredità alla città di Feltre da parte di Carlo Rizzarda: numerose sue opere in pesante ferro battuto venivano integrate dal leggero vetro soffiato proveniente dalle manifatture muranesi. Inoltre, è possibile ammirare nella Pinacoteca della Galleria dei rarissimi manufatti vitrei ideati dalla mente eclettica di Carlo Scarpa per la vetreria M.V.M Cappellin & C.
I coniugi Carla Nasci e Ferruccio Franzoia - dal catalogo
‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’
La prima sala espositiva è riservata agli oggetti creati dal designer Vittorio Zecchin a partire dal 1921 per la neonata V.S.M. Cappellin - Venini & C., fondata dall’antiquario Giacomo Cappellin e dall’avvocato milanese Paolo Venini. Zecchin nasce nel 1878 a Murano, è figlio di un mastro vetraio e avvia la sua produzione artistica affacciandosi prima alla pittura e successivamente alle arti decorative, apportando un radicale rinnovamento all’industria del vetro muranese. All’inizio del ‘900 a Murano si respirava un’aria stagnante: il mondo la considerava decaduta a «povera misera produzione»1, finché, complice la trasformazione culturale e sociale causata dalla fine del conflitto bellico, non nacquero i primi grandi designer. In contrapposizione ai grossi spessori e all’eccesso decorativismo caratteristici dei vetri dell’inizio del ‘900, possiamo ammirare in questa collezione l’innovazione apportata da Vittorio Zecchin: i suoi sono oggetti squisitamente raffinati, essenziali, dalle pareti sottili e monocromi. Passeggiando tra queste trasparenze salteranno agli occhi i nomi riportati nei cartellini ai piedi dei vasi: Veronese, Tintoretto, Caravaggio. I modelli cui si ispira Zecchin, infatti, provengono dalle tele dei grandi pittori del Rinascimento ed egli — realizzandoli in chiave moderna — è così riuscito riconquistare un pubblico ormai disinteressato stabilendo lo status symbol della fornace. Da questa idea nasce l’iconico vaso Veronese, il cui modello si trova nell’Annunciazione di Paolo Veronese (gallerie dell’accademia di Venezia), riprodotto in più dimensioni e colori spaziando tra l’ametista e il fumo, tra il talpa e il blu, tra il verde e il paglia. Viene tutt’oggi prodotto dalla Venini.
Opera in ferro battuto di Carlo Rizzarda con integrazione di vetro muranese, Galleria Carlo Rizzarda |
Il sodalizio tra Cappellin e Venini viene meno nel 1925 per divergenze principalmente amministrative: Vittorio Zecchin e i mastri vetrai seguiranno l’antiquario in M.V.M Cappellin & C. mentre l’avvocato milanese dovrà affidarsi ad una nuova figura per la conduzione artistica di Venini. L’incarico cade nelle mani dello scultore Napoleone Martinuzzi che, come si può notare in collezione, in parte seguirà l’impostazione artistica di Zecchin, vista anche la possibilità di consultare modelli antichi dovuta alla sua occupazione come direttore del Museo Vetrario di Murano (1922 al 1931), e in parte assecondare la sua natura di scultore. La produzione di Martinuzzi è presente nella seconda sala e il manufatto che più attira l’attenzione è sicuramente il “Cinghialetto”, sia per la sua essenza giocosa (ben lontana dalla produzione di Zecchin) sia per la tecnica utilizzata per la sua realizzazione. Viene chiamato vetro ‘pulegoso’, si presenta opaco con delle bollicine superficiali chiamate ‘pulighe’. Per ottenere questo effetto spugnoso si aggiungeva del petrolio o del bicarbonato di sodio nella pasta vitrea ancora incandescente. È forse l’oggetto che più dimostra l’esigenza di Martinuzzi di assecondare la propria natura di scultore.
Carlo Scarpa per MVM Cappellin & C, pinacoteca della Galleria Carlo Rizzarda |
Vittorio Zecchin, Vaso Veronese - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Dettaglio dell’Annunciazione di Paolo Veronese, Gallerie dell’accademia di Venezia |
La teca posizionata al centro della sala è totalmente dedicata alla figura dell’architetto e designer Carlo Scarpa. Egli fu legato a Ferruccio Franzoia, prima come insegnante e successivamente come amico e collega. Il giovane Scarpa arriva in M.V.M Cappellin & C. nel 1925 divenendo assistente di Vittorio Zecchin, esperienza che sarà fondamentale per la sua formazione artistica. Già dall’ottobre del 1926 sostituisce il maestro senza però mai assumere il ruolo di direttore artistico, vista la volontà di Cappellin di mantenere salde le redini della direzione.
Vittorio Zecchin, Tulipaniera - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Seconda sala espositiva della Collezione Nasci Franzoia- dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Carlo Scarpa si dedica sia alla riscoperta di tecniche antiche come la filigrana a reticello, sia alla sperimentazione di nuove forme e tessuti vitrei anche su incoraggiamento dello stesso Cappellin. Il “Vaso sferico con piede troncoconico color ametista” è l’oggetto che rispecchia al meglio la prima produzione di Scarpa in Cappellin, tanto da divenire simbolo della fornace al pari del Veronese per Venini e riprodotto in più dimensioni e tessuti vitrei. Il piede di questo vasetto dalle forme geometrizzanti prende ispirazione dal lontano Oriente, mondo culturale cui Scarpa si rifarà per tutto il suo percorso da designer e da architetto. Riuscendo ad acquisire una certa autonomia nella progettazione dei modelli e puntando sulla sperimentazione, Scarpa affiancò alle tradizionali trasparenze alcune serie di manufatti con tessuti opachi. Vennero introdotti i lattimi, i ‘pulegosi’, i vasi decorati ‘a palmetta’, tutti prodotti contraddistinti da forme elementari e geometriche.
Napoleone Martinuzzi, Cinghialetto - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Sebbene questi modelli trovassero grande risonanza nelle varie esposizioni cui la M.V.M Cappellin partecipò, nel 1932 il direttore si vide costretto a chiudere l’azienda per i contraccolpi della Grande Depressione e a causa di scelte aziendali poco oculate.
Nello stesso anno Carlo Scarpa venne assunto in Venini sostituendo Napoleone Martinuzzi. Qui riuscì ad immergersi più profondamente nel suo lavoro di ricerca della materia e dell’uso del colore e, vista la stima che Venini porgeva nei confronti del designer, nessun progetto venne mai rigettato come accadeva con altri collaboratori. La sua partecipazione in fornace divenne quindi attiva, anche nell’apprendere dai mastri vetrai esperti le tecniche e i trucchi della tradizione. Vengono presentati i vetri ‘a bollicine’ (una sorta di evoluzione del pulegoso), i ‘sommersi’ con pesanti spessori impreziositi con inclusione di foglia d’oro, i ‘battuti’, i ‘molati’ e tantissimi altri. In collezione Nasci - Franzoia si trova anche l’esempio del vetro ‘corroso’, tecnica inventata da Scarpa (ad oggi vietata perché altamente tossica) che produceva la caratteristica superficie "ghiacciata".
Carlo Scarpa, Vaso sferico con piede troncoconico |
Carlo Scarpa, Vaso sferico con piede troncoconico, foto d’epoca. - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Carlo Scarpa, Serie Lattimi - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Tapio Wirkkala, Serie Bolle - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Il percorso si conclude attraverso la terza sala dove sono collocati i servizi da tavola. Si tratta di oggetti effimeri e destinati all’uso quotidiano, importanti perché testimoniano il gusto e il costume dell’epoca. Incontriamo nuovamente le figure di Vittorio Zecchin e Napoleone Martinuzzi. Di quest’ultimo è presente un meraviglioso servizio da tavola in vetro cristallo e applicazione di foglia d’oro con centrotavola dalle forme di delfini e segnaposti dalle forme mitologiche marine, piante grasse e frutta. Qui è possibile incontrare anche esempi di epoche antecedenti agli anni ‘20, come i manufatti in cristallo di stile Luigi XVI con decorazioni in oro che rappresentano scene galanti, di caccia e motivi floreali. Sono presenti anche esemplari di manifattura Boema.
Napoleoone Martinuzzi, servizio da tavola - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Servizio da tavola Luigi XVI - dal catalogo ‘‘Silvana Editoriale, Vetri Veneziani. La Collezione Nasci - Franzoia’’ |
Note
1. La vetreria M.V.M Cappellin e il giovane Carlo Scarpa. 1925 – 1931, a cura di Marino Barovier e Carla Sonego, Milano, Skira, 2018, p. 18.
Bibliografia:
La vetreria M.V.M Cappellin e il giovane Carlo Scarpa. 1925 – 1931, a cura di Marino Barovier e Carla Sonego, Milano, Skira, 2018;
Marino Barovier, Carlo Scarpa. Venini 1932-1947, Milano, Skira, 2012;
Vetri veneziani. La collezione Carla Nasci – Ferruccio Franzoia, a cura di Tiziana Casagrande e Ferruccio Franzoia, Cinisello Balsamo (MI), Silvana Editoriale, 2021.
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