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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Post 80 - Bartolomeo Gilardoni e lo ‘s-ciopo a vento’

  Uno dei pochi s-ciope a vento sopravvissuti sino ad oggi. L'esemplare è conservato presso il Museo etnografico "Regole d'Ampezzo", che si ringrazia per la collaborazione. Nel 1779 l’imperatore Giuseppe II ricevette un ignoto inventore, dal nome esotico per la corte viennese, proveniente da una lontana valle di confine dell’Impero. Tanto rimase entusiasta il sovrano dopo questo breve incontro, che ordinò di avviare immediatamente la produzione dell’oggetto che l’inventore aveva portato con sé, mantenendo però il massimo segreto. Ma chi era questo misterioso personaggio? E di quale incredibile ordigno si trattava? Bartolomeo Gilardoni era nato a Gilardon d’Ampezzo nel 1744, dedicandosi alla professione di fabbro e orologiaio. Dotato di un ingegno particolarmente spiccato, non si limitava a riparare e costruire oggetti già noti, ma si spinse a percorrere anche strade inesplorate, divenendo lui stesso pioniere della scienza e della tecnica. Fra le sue creazioni, quell

Post 79 - L’aeroporto di Belluno nella Grande Guerra: l’ultimo volo di Arturo Dell’Oro.

  Sono molti i bellunesi (e non) che nel proprio tempo libero vanno a farsi una passeggiata, una corsa oppure portano a spasso il cane nell’aeroporto di San Pietro in Campo a Belluno. La piana erbosa su cui si trova la pista, aperta sulla Valbelluna alle pendici del monte Serva, regala infatti panorami e scorci incantevoli su tutta la vallata, abbracciata da maestose vette che dall’Alpago arrivano fino alle Vette Feltrine. Fig.1 L'aeroporto innevato di San Pietro in Campo al giorno d’oggi. Forse non tutti sanno che il nostro aeroporto ha origine all’indomani dello scoppio del primo conflitto mondiale, più precisamente nell’aprile del 1916, quando, per finalità belliche, si decise di allestire un campo d’aviazione del Regio Esercito Italiano sulla piana di San Pietro in Campo. Il campo d’aviazione, nonostante la distanza dalla linea del fronte, rivestì un ruolo chiave in provincia per le azioni di ricognizione, spionaggio, lancio di manifestini, difesa dello spazio aereo e più tardi

Post 78 – Nelle tasche di un uomo del ‘500

  Che le epidemie siano sempre state un nemico difficile da fermare è cosa ovvia. Oggi ce ne rendiamo ben conto dopo averlo toccato con mano (forse tre o quattro anni fa questa ci sarebbe parsa invece un’affermazione vuota e pedante).  Vogliamo mostrarvi una piccola curiosità, un piccolo documento che si è conservato fortuitamente negli archivi bellunesi che ci mostra come nei secoli passati si mettessero in pratica quelle stesse misure che oggi noi ci troviamo ad adoperare. Forse non tutti sapete che già cinquecento anni fa si adoperavano dei ‘ green pass ’, che permettevano di superare i confini tra i territori delle varie città della Terraferma. Quella che vedete in foto è la Patente di sanità di un personaggio molto importante (e piuttosto misterioso) della storia bellunese, Giovan Maria Barcelloni. Potete averlo sentito nominare riguardo all’importantissima produzione locale di spade nel ‘500. Questo documento, rilasciato dai Provveditori di sanità (che venivano nominati appunto

Post 77 – Carlo Rizzarda, mastro artigiano

Foto 1 – Piatto in vetro muranese e ferro battuto, Galleria Rizzarda Ricollegandoci al post della scorsa settimana, vi parliamo nuovamente di un artista che ha saputo distinguersi e affermarsi anche fuori dal Bellunese. Carlo Rizzarda è probabilmente un nome che suona familiare a molti, essendo a lui dedicata la Galleria d’arte moderna nel centro storico di Feltre, ma la sua vita e le sue opere meritano un approfondimento. In queste righe cercheremo di delineare entrambe. Foto 2 – Insegna dell’officina di Rizzarda in Via Rosolino Pilo, Galleria Rizzarda Rizzarda nasce a Feltre in una famiglia numerosa. La madre fa parte di una famiglia di nobili origini, ormai decaduta, mentre il padre svolge il mestiere di carradore. Presto il ragazzo inizia ad andare a bottega da vari fabbri per imparare il mestiere, ma contemporaneamente frequenta le lezioni serali della Scuola di disegno tecnico feltrina, diretta da Giacomo Andolfatto, presso la quale vincerà una borsa di studio che gli permetterà