Francesco salviati e Giuseppe Porta detto il Salviatino, Riconciliazione di papa Alessandro III e Federico Barbarossa, 1565-75. (Immagine di Wikipedia) |
Nel marzo del 1177 tutti i potenti d’Europa si incontrano a Venezia per assistere alla pacificazione tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa e papa Alessandro III. Potremmo definirlo come un incontro internazionale a cui parteciparono tutte le persone che davvero contavano nel mondo occidentale del XII secolo. Fu un momento cruciale per la storia d’Europa e per quella dell’Italia centro-settentrionale, poiché si risolse lo scisma durato 17 anni, in cui l’imperatore non sosteneva l’elezione di papa Alessandro III ma di un altro, passato alla storia come antipapa Vittore IV. La risoluzione di questa rottura interna al mondo cristiano fu merito da un lato della diplomazia veneziana, dall’altro dell’esito di un’importantissima battaglia, quella di Legnano. Questo scontro si svolse l’anno precedente tra l’imperatore e la Lega Lombarda, sostenuta da papa Alessandro III (al quale i comuni italiani dedicarono la fondazione di una nuova città, Alessandria), e la vittoria fu di quest’ultima parte. Così l’imperatore a Venezia dovette riconoscere di fronte a tutti i potenti d’Europa (conti, marchesi, arcivescovi, vescovi e abati) l’autorità di Alessandro III e sancire una tregua con i comuni della Lega Lombarda, che porterà nel 1183 alla pace di Costanza con la definizione dei rapporti tra le città italiane e l’impero.
Riusciamo a sapere chi assistette a questo momento solenne di riconciliazione grazie alla Historia ducum veneticorum, che riporta la lista dei partecipanti con il loro seguito. Accanto ai grandi arcivescovi tedeschi di Colonia, Magonza e Treviri, seguiti da 300 uomini l’uno, e al duca d’Austria Leopoldo, accompagnato da 160 suoi cavalieri, troviamo Drudo vescovo di Feltre con il suo piccolo, ma non misero, seguito di 20 uomini. Di quest’ultimo vi abbiamo già parlato in un nostro precedente post (n.37), poiché era stato scelto come arbitro per una contesa tra i pastori delle comunità di Arsiè, Fonzaso, Lamon e Tesino.
Ma cosa c’entrava un vescovo che si occupava di dispute tra piccole comunità rurali con i grandi signori dell’Europa occidentale?
Drudo come altri vescovi dell’area alpina era titolare di diritti pubblici garantiti da concessioni e privilegi sia imperiali sia papali, ovvero non si occupava solamente di questioni spirituali ma era un vero e proprio signore territoriale, circoscritto all’episcopato feltrino. Dunque da un lato aveva la responsabilità di risolvere le discordie che si manifestavano all’interno della sua giurisdizione (ed ecco che lo troviamo impegnato con i pastori delle comunità del suo territorio), dall’altro era il rappresentante del feltrino di fronte alle più alte figure dell’Europa occidentale: imperatore e papa.
Historia ducum Veneticorum. 1102-1229 in L. A. Berto, Testi storici veneziani (XI-XIII secolo), Padova 1999, p. 89. |
La presenza di Drudo alla Pace di Venezia fu l’occasione per inserire Feltre in una politica di più ampio respiro e per tessere delle relazioni in grado di aiutare il vescovo feltrino a resistere alla pressione militare che in quel momento il comune di Treviso stava esercitando. Tale politica ottenne i suoi frutti qualche decennio dopo, quando papa Innocenzo III, venuto a conoscenza delle devastazioni provocate dai trevigiani nel Feltrino e nel Bellunese, intervenne a favore di Feltre e Belluno. Durante questi continui saccheggi e incursioni trevigiane fu messa in evidenza l’impotenza dei due episcopati nei confronti del dinamico comune di Treviso. Molto probabilmente è per questo che a seguito della morte in battaglia del vescovo bellunese Gerardo Taccoli si decise che il suo successore dovesse essere proprio Drudo, già vescovo di Feltre, unendo quindi le due diocesi sotto un unico vescovo per rafforzarle.
[Sandro]
Note:
Attenzione: le due diocesi non furono fuse in una unica, cosa che accadde solo nel 1986. Semplicemente Drudo fu nominato vescovo di entrambe, controllandone quindi entrambi i territori
Bibliografia:
F. Menant, L’Italia dei comuni (1100-1350), Viella, Roma 2011. [Si veda in particolare il primo capitolo: Il tempo dei consoli (1100-1190) pp. 9-18]
G. Milani, I comuni italiani. Secoli XII-XIV, Laterza, Roma 2005.
M. Melchiorre, Vescovadi e poteri sovrani nell’Alto Piave (XII-XV secolo), in Tesori d’arte nelle chiese del bellunese: Destra Piave, a cura di Luca Majoli, Belluno 2015, pp. 13-39.
G. M. Varanini, Drudo vescovo di Feltre (e Belluno) e un suo arbitrato veneziano (1189), in Via Mezzaterra, 35. Studi di storia e arte per mons. Mario Cecchin, a cura di D. Bartolini, T. Conte, Feltre 2010, pp. 151-167.
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