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Post 73 - E se un giorno le campane smettessero di suonare?

Gli austriaci tolgono le campane del Duomo di Udine il 13 luglio 1918, in FOLISI, Udine una città nella Grande Guerra. Fotografie e documenti dell’anno di invasione austro-tedesca, Udine 1998, p.198.

Quello che potrebbe sembrare il semplice rintocco di campana è, ed è stato, uno dei marcatori uditivi principali e costituenti della società, scandendone tempo e vivere quotidiano.

Non sono rari nella storia episodi di confisca dei bronzi sacri, con l’intento di disgregare una comunità, oltre che come approvvigionamento sicuro di metallo. È soltanto con il primo conflitto mondiale però che tale pratica viene attuata dall’Impero austro-ungarico in modo sistematico. Le azioni di confisca avvenute in misura piuttosto controllata nei territori dell’Impero, cambiano totalmente volto in quelli italiani invasi dopo Caporetto, traducendosi in rapidi e violenti “attacchi” ai campanili, da cui vengono gettate senza cura alcuna le campane.

 

La campana maggiore del Duomo di Udine in pezzi, in FOLISI, Udine una città nella Grande Guerra. Fotografie e documenti dell’anno di invasione austro-tedesca, Udine 1998, p.199.

I paesi invasi si vedono in pochissimo tempo privati del loro principale punto di riferimento, attorno al quale ruotava la loro intera esistenza. Nella lettera inviata all’Imperiale e Reale Comando Austriaco di Belluno, il parroco di Puos d’Alpago Antonio Bertagni, a conoscenza dell’imminente requisizione da parte degli occupanti, scrive: «Ah toglierci le campane, Essi ci feriscono nel più vivo del cuore: strappandole dal seno, è come ci strappino metà della nostra anima. Ci risparmino, lo dimandiamo supplicando, questo grande dolore, questa ferita profonda». Invano le suppliche del parroco, come di molti altri, tenteranno di far desistere il comando asburgico affamato di bronzo dai propri propositi.


Estratto della lettera del parroco di Puos d’Alpago conservata presso l’Archivio Storico Diocesano di Belluno (ASDBl),

fascicolo 139 denominato Atti vescovili e curiali 1914-1944: Vescovi Giosuè Cattarossi.

Guerra 1915-1918. Invasione 1917-1918.


Nel primo dopoguerra, proprio in virtù dell’importanza dei bronzi sacri, si rende necessario ripristinare le campane nelle parrocchie colpite dalle espropriazioni. È grazie all’Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra che le procedure di risarcimento prendono avvio. Risulta prima di tutto necessario avere una stima del numero delle campane confiscate, che si sarebbero poi rifuse a spese del Regio governo italiano con il bottino di guerra. L’Op. Socc. dirama quindi a tutte le parrocchie interessate la richiesta di far pervenire presso le proprie arcidiocesi una lista con numero e peso delle campane confiscate dal nemico. Nel settembre 1919 nella Statistica delle campane asportate dalle province venete dai Germanici e dagli Austro-ungarici o distrutte nella zona di guerra, per le Diocesi di Belluno e di Feltre risultano asportate 819 campane per un peso complessivo di 2554,36 quintali, su un totale di 8728 campane e 35396,84 quintali. 


Il Campanon dell'omonima torre civica di Feltre: di tutta la città l'unica campana ad essere risparmiata dalla razzia. Con le sue 3800 libbre di stazza occupa ancora la posizione in cui fu posta nel 1676.


Stabilito il numero dei sacri bronzi confiscati si possono iniziare quindi tutte le operazioni di richiesta di rifusione, di rifusione stessa e di messa in funzione delle nuove campane. Queste dovranno avere lo stesso peso di quelle asportate e dovranno riportare l’iscrizione «ME FREGIT FUROR HOSTIS AT HOSTIS AB AERE REVIXI ITALIAM CLARA VOCE DEUMQUE CANENS» oppure «Asportata dagli Austriaci (o dai Germanici) il giorno … rifusa col bottino della vittoria il giorno…». In circa otto anni di lavoro dell’Op. Socc. vengono fuse e ricollocate circa 7500 campane ripristinando così la voce, e l’identità, dei paesi usciti silenti dalla Prima Guerra Mondiale in «un concerto meraviglioso, […] che dolcemente viene trasportato sulle ali del vento e si confonde col mormorio del Piave che fu baluardo di difesa e tomba di un nemico forte e potente».


[Dalpa]


BIBLIOGRAFIA/FONTI ARCHIVISTICHE

  • Archivio Storico Diocesano di Belluno (ASDBl), fascicolo 139 denominato Atti vescovili e curiali 1914-1944: Vescovi Giosuè Cattarossi. Guerra 1915-1918. Invasione 1917-1918

  • BULL, BACK, Paesaggi sonori: musica, voci, rumori: l’universo dell’ascolto, Milano 2008 (edizione originale The auditory culture reader, 2003).

  • CHIMENTON, L’Opera di Soccorso e la ricostruzione delle Chiese nei paesi del Lungo Piave, Treviso 1930.

  • CORBIN, Les cloches de la terre: paysage sonore et culture sensible dans les campagnes au XIX siècle, Parigi 2013 (edizione originale 1994).

  • Statistica delle campane asportate dalle province venete dai Germanici e dagli Austro-ungarici o distrutte nella zona di guerra, Venezia 1919.

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