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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Post 76 - Tancredi e Murer

Foto 1. Senza titolo (Diari Paesani). T. Parmeggiani. Tancredi Parmeggiani (1927-1964) e Augusto Murer (1922-1985) furono due artisti che interpretarono la loro epoca con mezzi e poetiche opposte. Entrambi vennero influenzati dalla grigia atmosfera esistenzialista: Tancredi le contrappose una disperata vitalità grafica e pittorica; Murer la assecondò partecipando al dramma degli uomini, soprattutto dei soldati e dei minatori dell’Agordino. Fu infatti partigiano nella zona di Falcade e venne sempre considerato un selvaggio dalla critica anche a causa del forte legame col territorio che lo rendeva restio a frequentare le grandi città. I suoi disegni e le sue sculture abbondano di figure che evocano l’impotenza di fronte alla crudeltà. Rende le superfici di legno o bronzo tormentate e lacerate, fissando le inquietudini umane nella materia. Le sue opere, comprensibili al primo sguardo, sono un richiamo alla lotta per la libertà. Foto 2. Testo del catalogo della mostra alla Galleria del Nav

Post 75

Francesco salviati e Giuseppe Porta detto il Salviatino, Riconciliazione di papa Alessandro III e Federico Barbarossa , 1565-75. (Immagine di Wikipedia ) Nel marzo del 1177 tutti i potenti d’Europa si incontrano a Venezia per assistere alla pacificazione tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa e papa Alessandro III. Potremmo definirlo come un incontro internazionale a cui parteciparono tutte le persone che davvero contavano nel mondo occidentale del XII secolo. Fu un momento cruciale per la storia d’Europa e per quella dell’Italia centro-settentrionale, poiché si risolse lo scisma durato 17 anni, in cui l’imperatore non sosteneva l’elezione di papa Alessandro III ma di un altro, passato alla storia come antipapa Vittore IV. La risoluzione di questa rottura interna al mondo cristiano fu merito da un lato della diplomazia veneziana, dall’altro dell’esito di un’importantissima battaglia, quella di Legnano. Questo scontro si svolse l’anno precedente tra l’imperatore e

Post 74 – La condizione della montagna vista da Venezia

All’Archivio Storico Comunale di Belluno, tra le pergamene medievali e i faldoni del governo asburgico, è conservato un esile fascicoletto: la “Informazione sulla città di Belluno e territorio fatta l’anno 1561 dagli Inquisitori di Terraferma”. Inquisitori? Niente a che fare con Sant'Uffizio, eresia, roghi. Si tratta di una magistratura veneziana attiva per quasi un secolo, a partire dalla metà del ‘500, dall’incarico per noi piuttosto interessante e che per essere capito necessita di un piccolo inquadramento. Alla metà del Cinquecento il cosiddetto Dominio da Tera (ovvero la metà continentale italiana dello Stato veneto) è una delle realtà amministrative più complesse d’Europa, ma anche una delle più ricche e popolose. È composto da una miriade di piccole entità territoriali diverse aggregate sotto la Serenissima Signoria nel corso di secoli di espansione, fino a comprendere territori che vanno dall’Adriatico alle antiche città padane, Treviso, Verona, Bergamo, e più oltre ancora

Post 73 - E se un giorno le campane smettessero di suonare?

Gli austriaci tolgono le campane del Duomo di Udine il 13 luglio 1918, in FOLISI, Udine una città nella Grande Guerra. Fotografie e documenti dell’anno di invasione austro-tedesca , Udine 1998, p.198. Quello che potrebbe sembrare il semplice rintocco di campana è, ed è stato, uno dei marcatori uditivi principali e costituenti della società, scandendone tempo e vivere quotidiano. Non sono rari nella storia episodi di confisca dei bronzi sacri, con l’intento di disgregare una comunità, oltre che come approvvigionamento sicuro di metallo. È soltanto con il primo conflitto mondiale però che tale pratica viene attuata dall’Impero austro-ungarico in modo sistematico. Le azioni di confisca avvenute in misura piuttosto controllata nei territori dell’Impero, cambiano totalmente volto in quelli italiani invasi dopo Caporetto, traducendosi in rapidi e violenti “attacchi” ai campanili, da cui vengono gettate senza cura alcuna le campane.   La campana maggiore del Duomo di Udine in pezzi, in FOLISI