Foto 1: Malga Staulanza. Foto di valdizoldo.net. |
Oggi, dopo tanto tempo, torniamo a parlare di quelle fasi così antiche da creare difficoltà nell’immaginare non solo il paesaggio, ma la vita stessa delle persone.
Il nostro viaggio indietro nel tempo ci porta all’Epigravettiano recente.
Il sito che vi presentiamo si trovi a 1681 metri di quota: si tratta di Casera Staulanza in comune di Val di Zoldo, tra le pendici dei monti Pelmetto e Crot, su un piccolo dosso prospiciente la casera. Il sito è stato individuato tra il 2011 e il 2012, durante delle campagne esplorative dell’Università degli Studi di Ferrara in supporto del comune di Selva di Cadore e dell’associazione Amici del Museo di Selva di Cadore. Le campagne archeologiche che hanno interessato il sito sono state svolte dal 2013 al 2018.
Gli archeologi a Casera Staulanza hanno individuato due suoli: il primo (e più recente), chiamato US 12, si è formato in epoca sub-recente, invece, l’US 18/7 si è formato in ambiente forestale in Età tardoglaciale.
Foto 2: Campagna di scavo 2017. Foto A. Pozzato (Fontana & alii 2019).
Fermi tutti! Ma cos’è un suolo? Effettivamente serve un piccolo inquadramento terminologico. Dicesi "suolo" (in maniera estremamente semplificata) uno strato che è rimasto esposto agli agenti atmosferici e ad altri possibili fattori di alterazione, ma non a movimenti. In altre parole un suolo non può formarsi teoricamente su una frana attiva o su un terreno agrario costantemente rimaneggiato. Quest'ultimo infatti si altera a livello chimico e muta, dividendosi in orizzonti riconoscibili.
Per tornare al nostro sito, è proprio sul suolo più antico che arrivarono le frequentazioni più importanti. Lo scavo ha restituito ben 11.000 prodotti e sottoprodotti di industria litica, moltissimi localizzati nel settore nord del sito, e proprio i 5.120 reperti trovati nel nord del sito hanno permesso di posizionare cronologicamente il sito tra i 13.000 e gli 11.500 anni fa, circa. I reperti ritoccati diagnostici riconosciuti sono dorsi e troncature frammentari, meno comuni sono le punte a dorso e lame a dorsi.
Foto 3: Struttura individuata nel 2018. Fontana & alii 2018. |
Nell’industria litica è presente anche un insieme di microliti geometrici, che assieme alle datazioni radiometriche effettuate su un focolare, testimoniano la frequentazione umana nel Mesolitico antico.
Un’ultima frequentazione attestata risale all’Età del rame. Va specificato che quest'ultima non è però stata stabilita per la presenza di industria litica ma dall’esito di una datazione radiometrica all’interno di una grossa struttura di combustione. Non mancano datazioni più recenti, inquadrabili con le fasi storiche.
Foto 4: Armature epigravettiane (microliti) rinvenuti a malga Staulanza. Foto di D. Visentin (Fontana & alii 2019). |
La provenienza della selce è stata determinata, e consente di avere uno spaccato sulla mobilità dei gruppi umani e sugli scambi commerciali. L’analisi ha consentito di riconoscere selce alpina proveniente da una fascia molto ampia che comprende le Prealpi Venete, principalmente dalla fascia Valbelluna - Feltrino - Monte Grappa - Altopiano dei Sette Comuni. Interessante anche la presenza di quarzo ialino, proveniente dalle zone alpine più interne, come il Lagorai.
Casera Staulanza rappresenta uno dei siti meglio attestati del tardo-paleolitico più alti di quota dell’arco alpino, e testimonia l’espansione nella zona delle Dolomiti di genti paleolitiche e i loro legami con le aree del basso Bellunese. Questo sito era abitato (stagionalmente) dai primi pionieri delle terre alte, che successivamente, nel Mesolitico, saranno ampiamente frequentate da gruppi di cacciatori e raccoglitori, e – cosa di non poco conto – la lunga frequentazione del dosso testimonia l’importanza strategica non solo per il Paleolitico, ma anche per il Mesolitico, l’Età del rame e per le occupazioni più recenti in età storica, grazia anche alla sua vicinanza con fonti d’acqua e ad una via privilegiata nei pressi di un passo alpino.
[MattIki]
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