Ad oggi della Belluno romana le testimonianze sono molto frammentarie, e una ricostruzione puntuale della città risulta molto difficile. L’evidenza più leggibile e chiara è senza dubbio quella relativa alla necropoli. Questa si estendeva, grossomodo, da Via J. Tasso a piazza Santo Stefano, non a caso lungo la strada che arrivava da Feltre e poi risaliva verso il Cadore.
“Infatti quand’ero bambino e si gettavano le fondazioni più profonde della Chiesa di Santo Stefano, mi ricordo che vedevo molti resti di grandi edifici. Ogni giorno invero dalle antiche costruzioni vi si estraevano qua e là alvei di pietra, che poi distribuiti fra i cittadini fornirono l’uso di bacini per le fonti private, e dal loro numero or ora dicevamo che questo sepolcreto di Flavio [Ostilio] era molto frequentato” Piero Valeriano, Sermo I, traduzione di Giorgio Piloni.
Nel 1480, fu appunto ritrovato il sarcofago di Gaio Flavio Ostilio Sertoriano e di sua moglie Domizia Severa. Databile al III secolo d.C., il sarcofago è istoriato da un complesso di rappresentazioni legate alle pratiche della caccia. Ma andiamo con ordine: sul fronte si trova un ottagono dove sono descritti Flavio e sua moglie, e in cui spicca l’iscrizione:
C. F(lavius) Hostilius
Pap(iria) Sertoriana
Laur(ens) Lav(inas)
p(atronus) eq(ues)
R(omanus) m(unicipii)
sibi et Domitiae
T. filiae Severae
coniugi incompara
bili v(ivus) f(ecit)
Γρηγόρι καῖρε
ὅρεσι άει μvήμων
Gaio Flavio Ostilio
della tribù Papiria, Sertoriano,
sacerdote dei Laurenti
e Lavinati, patrono e cavaliere
romano del municipio
per sè e per Domizia
Severa, figlia di Tito,
moglie incomparabile
fece da vivo
Sii desto e godi
dei tuoi monti, sempre ricordandotene
Sotto questo ottagono sono scolpiti due tritoni e due erotini. Seguono nei due portici laterali le rappresentazioni di Gaio Flavio Ostilio in toga e Domizia Severa con una lunga tunica. Nelle due testate laterali compaiono rispettivamente Flavio Ostilio a cavallo, accompagnato da un cane, durante la caccia ad un cinghiale, e Domizia che tiene per le corna un cervo accovacciato — un’immagine che richiama la dea della caccia Diana.
Nel lato posteriore è rappresentata il ritorno trionfale di Flavio Ostilio a cavallo da una battuta di caccia, con una mula che trasporta qualcosa di pesante, e dei portatori che, entro una rete, trasportano la selvaggina catturata.
[MattIki]
Bibliografia
Alpago-Novello L., L’età romana nella provincia di Belluno. Verona, Cariverona, 1998.
Casagrande C., Alpago-Novello L., L’età romana, in: Belluno, storia di una provincia dolomitica, a cura di Conte P., Vol. I, Udine, Forum, 2013.
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