Passa ai contenuti principali

Post 33 - Un antichissimo frammento letterario

Gallica.bnf.fr. Un cavaliere di quelli fieri forte. Da un antichissimo manoscritto trevisano/padovano: BNF Ms fr. 854.

Solo una parte minima della letteratura di un’epoca riesce a sopravvivere al tempo e a raggiungere i secoli successivi. Per noi la letteratura italiana comincia all’incirca nel 1220, perché a questa data risalgono i più antichi testi pervenutici. Ciò non significa che nei secoli precedenti non si producesse letteratura ovunque e a ogni livello sociale, non più solo in latino ma anche negli innumerevoli volgari italiani: semplicemente ce ne sono pervenuti solo minimi e fortuiti relitti.

Il più antico di questi è un frammento di poesia epica noto come Ritmo bellunese. Ebbene sì, uno dei più  antichi testi poetici della letteratura italiana giunti a noi proviene da Belluno. Si tratta di quattro versi che narrano la vittoria di Bellunesi e Feltrini alleatisi contro il tentativo di assoggettamento da parte di Treviso (siamo tra il 1193 e il 1196, epoca in cui il nostro territorio comincia a subire l’espansione delle ben più potenti città venete di pianura).

Questo ritmo ― sono detti “ritmi” i testi medievali arcaici non ancora ben formalizzati ― non ha particolare valore artistico: Belluno non era certo un grande centro di pregiata produzione letteraria. Ma non va liquidato in fretta come grezzo e ingenuo tentativo poetico: a dimostrarlo basta la forma dei versi, decasillabi epici, mutuati dai grandi poemi in lingua d’Oïl del secolo precedente (un nome fra tutti, quello della Chanson de Roland). 

Si tratta quindi di una testimonianza di come la letteratura francese antica si fosse diffusa al punto da radicarsi sino in aree piuttosto marginali come la nostra. Ma ci dà anche un saggio del volgare bellunese di allora, e una suggestiva immagine di un poema cantato dai giullari nella Belluno e nella Feltre del tempo per celebrare la vittoria conseguita in battaglia, nonché la cattura di sei importanti cavalieri nemici.


[Nic]


Per il post di Instagram clicca qui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Post 203 - Il Carnevale di Comelico Superiore

  Negli anni recenti il Carnevale in Comelico per molti è diventato una cosa quasi sacra: la preparazione, la vestizione, i riti della giornata sono ritenuti necessari e codificati. Guai se il Matazin si siede durante la festa in piazza, non esiste che a Dosoledo la calotta venga assemblata con le punte come a Casamazzagno e Candide, e ancora tante piccole cose che rendono la giornata complicata e magica. Durante la mia ricerca nel mondo dei carnevali europei ho scoperto che in realtà forse sarebbe meglio parlare di una nuova ritualizzazione dei carnevali. Foto 1:  L’arrivo della sfilata nel carnevale di Santa Plonia a Dosoledo Ma prima partiamo dalla definizione del termine. Oggi il Carnevale si caratterizza per raccogliere una serie di usanze e di pratiche comprese nel periodo tra Epiania e Quaresima.  Ma già si riscontrano dei problemi con l’inizio di detto periodo, dal 7 gennaio è Carnevale? O comincia dopo il 17, giorno di Sant’Antonio Abate? Inoltre qualcuno ha mai ...

Post 192 - Rocca d’Arsié, Storia di una valle stravolta

  Il lago del Corlo è oggi una meta estiva privilegiata della bassa provincia, che attira visitatori del luogo e da fuori per via delle sue bellezze naturalistiche. L’invaso è l’habitat di molte specie ittiche, tra cui alcune protette, e il luogo è ideale per la nidificazione di svariati uccelli acquatici. Questo ambiente tuttavia è stato creato distruggendone uno più antico e altrettanto ricco. Non tutti sanno infatti che l’invaso della diga ha sommerso quella che un tempo era una florida vallata, modificando per sempre le dinamiche sociali che attorno a essa gravitavano. Ma andiamo con ordine: prima di tutto qualche pillola di storia. Come ben si può comprendere dal nome, l’abitato di Rocca sorge come fortilizio in epoca altomedievale, essendo questo situato sull’erto sperone del “Col de la Roca”, che tuttora svetta sopra al paese. Il motivo è ben intuibile: difendere la stretta forra scavata dal torrente Cismon, il quale si getta nella Brenta dopo aver percorso il Primiero e att...

Post 24 – Il primo cimitero di Cavarzano

  Chi avrebbe mai detto che nei pressi di Cavarzano c’è una grossa necropoli dell’Età del Ferro? Anche all’epoca della scoperta fu molta la sorpresa quando in un vigneto emersero dal suolo delle lastre di pietra che si rivelarono appartenere a tombe antichissime.