Immagine satellitare di Lorenzago |
Nel contesto di paesi edificati quasi totalmente in legno, con edifici addossati gli uni agli altri, è chiaro che il fuoco rappresentasse il pericolo maggiore. Particolarmente distruttivi furono gli incendi che devastarono i villaggi del Cadore tra il XVIII e il XIX secolo, tanto che il governo austriaco — che reggeva il Veneto in quel periodo — prese drastici provvedimenti. Venne costituita la “Scuola cadorina”, i cui membri avrebbero trasformato per sempre l’aspetto dell’intera zona. Troviamo, tra i più celebri, il mediocre architetto feltrino Giuseppe Segusini e gli ingegneri Luigi Osvaldo Palatini, Francesco Sandi e Antonio Pante.
Fu Villagrande (Gortina) di Lorenzago, distrutta da un incendio nel 1855, il campo di prova per le nuove tipologie architettoniche ideate: strutture a pianta rettangolare, completamente di pietra e prive di elementi sporgenti o di parti in legno. Tutto ciò unitamente alla separazione degli edifici, disposti secondo schemi geometrici, anche con l’intenzione di donare loro un “aspetto cittadino”. Tali misure si dimostrarono efficaci, ma a caro prezzo. È infatti difficile trovare in Cadore strutture antecedenti all’Ottocento: interi splendidi paesi vennero sistematicamente demoliti e riedificati in via precauzionale.
[ilCervo]
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