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Cison Valmarino |
1885. Luigi Alpago Novello tiene per i colleghi della Società di Scienze Mediche di Treviso una lettura: “Dei Pregiudizi Popolari Medici nelle Nostre Condotte”. A 22 anni si era ritrovato medico condotto a Cison di Valmarino, immerso in un mondo tanto misero quanto preda di antiche credenze mediche. L’autore non nasconde la fatica, costretto ad affrontare il “Mago da Guia” e concia-ossi vari, specializzati in uomini e animali, “l’Orbo da Cian”, esperto di malattie degli occhi, da pagarsi in numero di galli uguale a quello di occhi da guarire. O la mania per l’olio di ricino, usato per pellagra e “svogliatezza” nei bambini, o per i salassi, richiesti insistentemente ad ogni occasione. Qualsiasi malattia della pelle era “febbre miliare”, da curarsi sudando il più possibile. La cura segreta per le verruche era “Gesù e Maria, Porcheria va via!” da ripetersi per tre volte per tre messe di seguito, senza prendere fiato. Le benedizioni del prete erano la medicina perfetta per guarire uomini, animali e vitigni.Ne una parte dei medici dell’epoca, amanti dei salassi, erano d’aiuto. Scrive di un farmacista che “cura anche per corrispondenza le malattie segrete”.
Di fronte a queste difficoltà, molte sono le strategie approntate dal medico bellunese. Nasconde medicamenti in tisane, litiga con i contadini, denuncia una “levatrice abusiva”, acconsente a far benedire da quanti più preti possibili le medicine per guarire chi vedeva dietro il malanno la maledizione di una strega.
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Luigi Alpago Novello |
Una strategia si rivela molto efficace. In ben due occasioni pratica pubbliche autopsie. Nella prima sfata l’idea che un uomo fosse morto perché dei vermi gli avessero riempito lo stomaco. Nella seconda occasione, venne accusato di aver avvelenato un paziente, morto per indigestione di fagioli. Per vincere su questi negazionisti del legume, dovette mostrare il contenuto dell’addome del defunto, guadagnando la più completa fiducia del paese.
[ARB]
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