Sulle piene del Cordevole si potrebbe fare una serie televisiva (ci stiamo pensando). Niente a che fare con quelle del Nilo di cui leggevamo alle elementari, niente limo eccetera eccetera: le piene del Cordevole, molto più prosaicamente, demolivano spesso i (pochi) ponti presenti e, cambiando il corso del torrente, creavano agguerritissime dispute sui confini.
Prima della costruzione degli argini moderni, corsi d’acqua di questa portata potevano, dopo un’esondazione, cambiare sede di decine e decine di metri: abbiamo sentito di persona i racconti di chi, nel 1966, a Seghe di Villa (Sedico) si svegliò la mattina e, aprendo la finestra, vide i propri campi essersi spostati dalla parte opposta del Cordevole.
Nella sua parte terminale (presso Bribano) il corso del torrente segnava anche il confine tra Feltre e Belluno, e nel 1644 le controversie dovevano essere sfuggite di mano se Venezia decise di inviare il podestà di Treviso, Domenico Lion, a dirimere la questione.
Furono allora collocati sei imponenti cippi (tre per sponda) a segnare quelli che avrebbero dovuto essere i definitivi e indiscutibili limiti del corso del torrente. Quello che vedete in foto si trova ora presso l’Oratorio di San Nicolò a Bribanet.
Nonostante sia stato abbandonato e poi riusato come gradino fino al 2002, anno in cui è stato per la prima volta notato e dissotterrato, le incisioni si sono conservate benissimo:
Sotto al leone marciano in molèca compare lo stemma della famiglia Lion (banda con tre rose trasversale alla figura di un leone rampante), e sono poi riportate le indicazioni confinarie, che ci indicano che questo cippo contrassegnava il “termen discosto 140 perteghe (una pertega trevigiana misurava 2,04 m) dal Cordevole”:
1644 T. DISCO.TO DAL CORDEVOLE P.GHE N° 140
Foto di @giofaghe
[Nic]
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