Jacopo Facen nasce il 26 ottobre 1803 a Lamon da una famiglia agiata. Di mestiere fa il medico dal 1834 ad Arsiè e dal 1837 a Lamon, nel corso della sua vita otterrà poi altri incarichi.
Nel 1877 ottiene il titolo di Cavaliere della Corona e poco dopo, dal 6 ottobre, ottiene il mandato di «Ispettore agli Scavi e Monumenti del Distretto di Fonzaso».
Morirà nel 1886.
Dopo questo sunto, parliamo di cosa ha fatto come cultore di storia sepolta. Uno dei ritrovamenti più importanti da lui pubblicato è il tesoro di Gelairmiro, trovato nel 1875 e composto da una pàtera, un piatto d’argento e una statuina in bronzo raffigurante un eroe o un guerriero.
Alcuni anni prima, nel 1869, pubblica ne ‘Il Trentino’ un articolo, che nelle ultime righe recita: “Frecce silicee dell’età della pietra vi furono scoperte nella valle del Cismon; e un cranio umano fossile completamente conservato per incrostazioni fa bella mostra nel gabinetto di storia naturale di Feltre.”
Ma la fortuna di Jacopo fu anche quella di essere un abile tessitore di rapporti interpersonali. Difatti, lo si trova citato nel 1876 dall’archeologo Paolo Lyoi, uno dei più importanti archeologi dell’epoca, che lo ringrazia per delle punte di selce rinvenute a Lamon da lui ricevute in dono. Queste punte sono state usate come base per il confronto con altri reperti, e sono tra le prime punte di freccia bellunesi ad essere state studiate in maniera scientifica.
Altro suo intervento: nel 1878 si lamenta che non vi siano reperti nel Bus della Béla.
[MattIki]
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