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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Post 196 – Leggende bellunesi dell’orrore

  La tradizione orale della nostra provincia ci ha lasciato una grandissima quantità di materiale narrativo: storie, racconti, favole. Se oggi per noi è scontato ritenerli prodotti di fantasia e scindere questi racconti dalla realtà, però, non è detto che in passato fosse così. Stregoni, fate e altre creature magiche erano considerate elementi reali, spiegazioni razionali dei fenomeni di cui non si comprendeva l’origine. Molto spesso il fantastico si mescolava col fatto storico, creando una narrazione ibrida dai confini sfumati. È il caso, ad esempio, del Concilio di Trento, di cui abbiamo parlato nel Post 94: nei racconti orali, tale sinodo non era servito solamente per riformare la Chiesa cattolica, ma anche e soprattutto per allontanare dal mondo demoni e spiritelli maligni, rinchiudendoli in grandi vasi o ampolle custoditi proprio a Trento. Questa settimana abbiamo selezionato per voi alcune leggende particolarmente macabre, che trovano identica sostanza ma diversa declinazione...

Post 195 - Il lupo nel Bellunese: estinzione e ricomparsa

  Fin da tempo immemore, il lupo grigio, Canis lupus , ha abitato i territori dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta: dalle valli alle pendici delle montagne, dalle foreste fino alle tundre e alle steppe. Fig. 1:  Lupi fotografati in provincia di Belluno dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. E così, ovviamente, il Bellunese dove, dopo un’assenza di 83 anni, il lupo è tornato a ricoprire il suo ruolo nell’ecosistema, dando prova di grande adattabilità e resilienza. Nonostante la sua lunga scomparsa, il lupo è un animale strettamente legato alla storia e alle culture sviluppatesi nella nostra provincia, come possiamo vedere dalle svariate tracce rimaste negli idiomi locali [Fig. 2]. Fig. 2:   Le tracce del lupo nella cultura locale. Tabella presente nella “Sala della caccia” del Museo Etnografico delle Dolomiti a Seravella. Nel corso del basso medioevo, il Bellunese ha conosciuto una lenta ma consistente crescita demografica, che ha comportato un maggiore f...

Post 194 - L’arte perduta col Vajont: la vecchia parrocchiale di Longarone

  L’onda che si abbatté su Longarone e le zone limitrofe il 9 ottobre del 1963 non solo si portò via la vita di quasi duemila persone, ma rase completamente al suolo l’antico abitato, distruggendo quasi ogni testimonianza storica e artistica precedente al disastro. Con il post odierno parliamo dell’antica chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata, ricca di tesori artistici che andarono perduti per sempre. Foto 1: La parrocchiale di Longarone prima della distruzione. La comunità longaronese ancora nel XIII secolo era davvero esigua e dipendeva dalla chiesa pievanale di Zoldo, la chiesa di San Floriano. Più o meno nello stesso periodo, fu istituita un’altra pieve a poca distanza, quella di Castellavazzo, a cui Longarone farà riferimento fino alla fine dell’età moderna. La prima chiesa di Longarone di cui abbiamo notizia venne costruita a partire dal 1360: è l’oratorio di San Cristoforo, che per secoli rappresenterà l’unico edificio religioso del paese. Era un sacello di esigue ...