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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Post 188 - Gli Schützen d’Ampezzo

  Durante gli ultimi secoli del Medioevo e nell’Età moderna, la difesa armata non veniva affidata esclusivamente a soldati professionisti, ma anche agli abitanti stessi del luogo. Gli stati dell’epoca, privi di risorse sufficienti per mantenere un capillare controllo militare di ogni territorio, preferivano imporre a quanti vi vivevano l’obbligo di difenderlo da aggressioni esterne o da rivolte interne, salvaguardandone l’integrità, l’ordine, e il legame con il sovrano.  Da una parte, lo stato risparmiava in spese militari; dall’altra, gli abitanti di un certo paese, i primi interessati alla sua difesa, erano autorizzati a organizzarsi in gruppi armati, più o meno stabili. Queste forze paramilitari, chiamate generalmente “milizie (territoriali)” erano diffuse, con nomi diversi, in tutta Europa: nel Cadore prima patriarcale e poi veneziano, ad esempio, vi erano le “ cèrnide ”; idem a Feltre, sotto Venezia e gli Asburgo, chiamate poi “guardia villica”, e successivamente  “g...

Post 187 - Una fontana per Feltre

  L’anno è il 1863, il Regno d’Italia è stato costituito da appena due anni e Feltre non ne fa ancora parte. La città, come tutta la regione, si trova nel Regno del Lombardo Veneto, parte dell’Impero d’Austria. [1]  La Congregazione Municipale di Feltre commissiona ad uno dei cittadini più illustri provenienti dalla nostra provincia la realizzazione di una fontana pubblica, a decoro della città.  Antonio Zambaldi, Prospetto della Piazza del Castello di Feltre, 1795, Museo Civico di Feltre Il cittadino in questione è lo scultore Valentino Panciera Besarel. Attivo prima a Belluno e poi a Venezia, ebbe fama internazionale; nacque ad Astragàl di Zoldo, discendente di una famiglia di intagliatori (di cui il suo omonimo bisnonno fu il capostipite). Modello per la famiglia e per Valentino stesso fu, neanche a dirlo, Andrea Brustolon.  Valentino lavorò con vari materiali, ma è principalmente conosciuto per i suoi lavori in legno. Tra questi, l’incarico di maggior prestigio f...

Post 186 - I terrazzamenti: un caso veneto tra la Val Brenta, Lamon e Sovramonte

  I terrazzamenti sono stati in passato una soluzione ai problemi dell’abitare in montagna, permettendo a generazioni di contadini e contadine di riuscire a coltivare i territori montani italiani (e non solo). Questa modificazione del paesaggio da parte degli abitanti, che agiva sul piano agrario e su quello idraulico, ha rappresentato un’innovazione che ha aumentato la produttività del suolo e, non meno importante, è diventata caratteristica identitaria del territorio. L’Enciclopedia Treccani descrive il terrazzamento come una «sistemazione di un terreno naturale fortemente acclive mediante costruzione di una serie di ripiani, detti terrazze , ognuno sostenuto da un muretto, per lo più a secco, o da una scarpata». La scarsità di terreni coltivabili in montagna veniva in questo modo risolta costruendo terrazzamenti. [1] Un sistema terrazzato è un’infrastruttura ecologica complessa, strutturata da percorsi di accesso, sentieri interpoderali di attraversamento, canalizzazioni per ...