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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

Post 180 - I pellegrini d'Alpago a Follina

  I PELLEGRINI D’ALPAGO A FOLLINA «Eccezionale rimane sempre nella storia del santuario di Follina, per folklore e per pietà, il pellegrinaggio della regione dell’Alpago, con i suoi cinque comuni di Chies, Farra, Pieve, Puos e Tambre» [1]. ABBAZIA DI SANTA MARIA DI FOLLINA Poche ed incerte sono le notizie sull’origine del monastero di Follina. Le prime testimonianze si hanno alla fine dell’XI secolo quando i Benedettini si stabiliscono in una casa-abitazione vicino ad una chiesa, dove era situato il simulacro di una Madonna con Bambino [2]. In seguito, una comunità di monaci cistercensi arriva a Follina tra il 1146 e il 1150, diventando di fatto così la prima fondazione dell’ordine in area veneta. Tra la fine del XIII e il XIV secolo grazie a lasciti, acquisti e donazioni, tra cui quelle dei signori Da Camino, l’abbazia vive il suo massimo splendore, cui segue un periodo di recessione e perdita di importanza, culminante nella soppressione dei Cistercensi di Follina, nel 1448.  L’abbazi

Post 179 - Casa

  In questa puntata della nostra rubrica dedicata ai vari idiomi della provincia parliamo della parola ‘casa’. Vi stupirà forse vedere quanta variabilità fonetica, ovvero quante diverse evoluzioni dei suoni del parlato, si possano trovare anche in una parola così semplice, che deriva da una radice comune: il latino volgare casa ( m ) , che in latino classico significava ‘capanna’, ‘abitazione rustica’. Come si può vedere dalla cartina, nel veneto settentrionale della Val Belluna e nel ladino-veneto di Zoldo e Basso Agordino si ha la forma più vicina a quella latina: casa , uguale all’italiano, con la caduta della -M finale e la sonorizzazione della -S- (che però nell’italiano standard è sorda). Fin qui tutto semplice. Case di Fornesighe Casa di Paderno. La cosa si complica nelle varianti ladine. Qui è avvenuto un ulteriore passaggio comune: la ‘palatalizzazione’ del suono C- “duro” davanti ad A nella C- “dolce” (dell’italiano ‘ciao’).  L’ipotesi più probabile colloca questa evoluzione

Post 178 - Massimiliano I conquista Ampezzo

  Durante il XV secolo la Repubblica di Venezia aveva vissuto un periodo di fortissima espansione nell’entroterra, sfruttando con grande abilità la propria potenza economica e militare assieme alla propria diplomazia. Con la crisi dello stato visconteo di Milano, sconfitti ed eliminati i Carraresi di Padova, Venezia poteva ormai estendere le proprie mire a gran parte dell’Italia settentrionale, fino ad espandere il proprio dominio anche alla costa occidentale dell’Adriatico, lungo la penisola italiana. L’impatto che questi nuovi equilibri di forza ebbero sui territori della nostra provincia fu determinante: nel 1404 Venezia aveva conquistato Belluno e Feltre per una prima breve dominazione (1404-1411), ristabilita poi definitivamente nel 1420, quando venne estesa anche al Cadore, di cui Ampezzo – lo ricordiamo – era parte ab immemorabili . L’avanzata di Venezia turbò gli equilibri territoriali preesistenti, danneggiando gli interessi e le mire che le altre potenze limitrofe avevano su