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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Post 153 - 20-21 agosto 1944: la strage della Val Del Biois

« Si vedeva Gares bruciare dalla finestra della cucina ». Questo è ciò che mia nonna mi racconta ricordando quanto accaduto il 20 agosto 1944, quando a soli 6 anni guardava in lontananza, dalla finestra della casa dove abitava a Cogul (frazione di Vallada Agordina), il paese di Gares dato alle fiamme.  Il 20 e 21 agosto del 1944 vengono spesso ricordati come le giornate della “strage della Val del Biois”. Questa piccola vallata dell’Alto Agordino si trovava, all’epoca, sotto l’occupazione tedesca che già dal settembre del 1943 aveva annesso al Reich le province di Belluno, Trento e Bolzano con il nome di Alpenvorland. [1] Nonostante ciò, la Val del Biois rappresentava una zona di difficile controllo, con una buona presenza di gruppi partigiani impegnati spesso in missioni nelle aree limitrofe; il presidio tedesco più vicino, infatti, si trovava a Cencenighe Agordino e pare che i pattugliamenti nei paesi e lungo le strade fino ai passi Valles e San Pellegrino fossero radi. [2] L’azione

Post 152 – La strana storia del campanile di Marcador

  A molti di voi sarà capitato di percorrere la strada della Sinistra Piave da Belluno a Feltre. Appena prima di Mel, guardando nella campagna alla vostra sinistra, noterete un campanile dall’aspetto vetusto presso l’abitato di Marcador. La cosa peculiare è che tale manufatto non appartiene a nessuna chiesa, o perlomeno non più. Per rendere chiare le cose, diamo qualche nozione di storia. Nel piccolo abitato di Marcador c’erano infatti, un tempo, tre chiese. Quella che si può apprezzare tuttora al centro del paese – San Matteo – è l’unica sopravvissuta nelle sue forme originarie. Una seconda era situata al confine coi campi coltivati, all’imboccatura della stradina che portava a Puner. Era dedicata a San Paolo e venne sconsacrata nel corso dell’Ottocento; resa abitazione, è oggi probabilmente identificabile con un rustico dai conci di pietra davvero troppo sagomati per appartenere a un fienile. L’ultima, invece, era stata edificata in quella che allora era piena campagna, vicino

Post 151 - Un campanile per Ampezzo

  Nei primi decenni dell’Ottocento il campanile della chiesa parrocchiale ampezzana iniziò a dare problemi: le campane si ruppero più volte, dalle pareti continuava a staccarsi pietrame ed intonaco.  Campanile in legno Nel 1846 le campane (che continuavano a fessurarsi) vennero trasferite su una struttura provvisoria in legno; la vecchia torre campanaria gotica fu abbattuta 5 anni dopo. Questa situazione suscitò l’ilarità dei cadorini, che sbeffeggiavano i vicini con l’adagio: « Ampezzani gente di gran ingegno, campane rotte e campanile di legno. » Nel 1852 iniziarono i lavori per erigere la nuova torre, in bianca dolomia. Il progetto scelto, dopo lunghe trattative, fu quello dell’architetto viennese Hermann Bergmann. La struttura in pietra venne completata nel 1857. Essa venne coronata da una croce, poggiante su una sfera di rame dorato, e reggente una banderuola a forma di gallo. L’irraggiungibile vetta del campanile ha suscitato la fantasia degli ampezzani, che del globo sono soliti