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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

Post 170 - Peste a Zoldo

  A inizio Seicento l’Italia settentrionale è scossa da eventi funesti: per diversi anni si susseguono raccolti scarsi, a causa delle condizioni climatiche avverse. La morte di Vincenzo II Gonzaga scatena la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, in cui Impero, Spagna e Savoia si scontrano con Francia e Venezia; truppe di soldati provenienti da mezza Europa saccheggiano e devastano città e campagne, infierendo su una popolazione già provata dalla penuria di cibo. Alla carestia e alla guerra manca però ancora una compagna: « a peste, fame et bello libera nos Domine » recita una delle formule delle rogazioni. E la peste non tarderà ad arrivare. L’Altare delle Anime (1687), scolpito da Andrea Brustolon, nella pievanale di Zoldo Nella tarda estate del 1625 la sua presenza viene accertata in Stiria, Carinzia, Salisburghese e Carniola, ma anche nella vicina Carnia; nel giro di pochi anni, serpeggia ovunque a sud delle Alpi. Tra l’agosto e l’ottobre del 1628 il Rettore di Belluno,

Post 169 - Una bandiera per i fedeli ampezzani

  Nel 1848 tutta l’Europa ribolle di insurrezioni, che mirano a sostituire i regimi assolutistici usciti dalla Restaurazione con governi liberali e Stati nazionali. Anche i domini asburgici vengono travolti: moti rivoluzionari si registrano in Ungheria, in Boemia, a Vienna, in Italia. Fra i focolai di rivolta c’è anche il Cadore, entrato nell’orbita asburgica nel 1798 e all’epoca parte del Regno lombardo-veneto, dove Pietro Fortunato Calvi guida una ribellione contro il dominio austriaco. Pietro Fortunato Calvi I rivoltosi cercano di contagiare anche Ampezzo, entrato nei domini della Casa d’Austria già nel 1511, e all’epoca parte della Contea principesca del Tirolo. Deludendo le speranze dei cadorini, gli ampezzani si schierano però dalla parte degli Asburgo: il Comune accoglie le truppe austriache guidate dal maggiore Hablitschek, a cui si uniscono gli Schützen locali e tutti gli uomini del paese atti alle armi. Con questa forza gli attacchi dei ribelli vengono respinti ad Acquabona,